GIOVANI SCIENZIATI CERCANSI


Leggendo, ascoltando e cercando notizie scientifiche, ecco quello che ci ha colpiti di più!


La regione stellare NGC 2467 vista dal telescopio Hubble
(http://blog.ilmatemagico.com/images-ilblogsonoio-3/-hubble-ngc-2467-foto.jpg)

Martedì 5 ottobre 2010


Il telescopio Hubble ha scattato una nuova immagine dell'ammasso stellare NGC 2467 mostrandoci stelle neonate, che potranno essere studiate insieme alla nebulosità circostante. I calcoli mostrano che la luce che illumina la nebulosa è prodotta dalla stella centrale dell'ammasso. Ai confini di questa regione si sta osservando la nascita di una seconda generazione di stelle, distanti da noi 13.000 anni luce.


Le Scienze, settembre 2010, pag.28.

Andrea Coppotelli, 1aH.

Martedì 5 ottobre 2010


Nella riserva dei monti Virunga, nel Ruanda, i gorilla sono superprotetti. Dei famosi "Gorilla nella nebbia" ne sono rimasti, infatti, solo 700. I loro 5000 cugini, che vivono in Congo, sono in pericolo a causa del bracconaggio. La deforestazione illegale per trovare minerali ha peggiorato la situazione. L'agenzia dell'ONU per la protezione ambientale ha allora deciso di trasferire questi primati dalle zone a rischio verso le aree protette. I primi dieci giovani esemplari sono stati trasferiti e per fortuna si sono ben adattati.


Le Scienze, luglio 2010, pag.47.

Filippo Rellini, 1aH.

Gorilla dei monti Virunga.
(http://www.ecologiae.com/wp-content/uploads/2008/02/virunga-gorilla-2.jpg)

La nebulosa N11 detta anche nebulosa Fagiolo per la sua forma caratteristica.
(http://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2010/06/hubbleN11-300x294.jpg)

Martedì 5 ottobre 2010


Il telescopio Hubble ci ha fornito nuove immagini della nebulosa N11 nella galassia chiamata Grande Nube di Magellano. Questa nebulosa a forma di fagiolo dista da noi 160.000 anni luce e contiene tre generazioni di nuove stelle. All'interno di questa nebulosa sono presenti alcune fra le stelle più grandi oggi conosciute. La nebulosa N11 è un importantissimo laboratorio per lo studio della nascita delle stelle.


Le Scienze, agosto 2010, pag.32.

Niccolò Tatta, 1aH.

Lunedì 11 ottobre 2010


La fine dell'anno è periodo di Nobel. I neolaureati del prestigioso riconoscimento sono: Robert Edwards per la medicina, Konstantin Novoselov e Andre Geim per la fisica e Richard F. Heck, Ei-ichi Negishi e Akira Suzuki per la chimica.
Edwards ha compiuto studi pionieristici sulla fecondazione artificiale, Geim e Novoselov lavorano sul grafene, cioè fogli di carbonio spessi un solo atomo, una rivoluzione nella scienza dei materiali e dell'elettronica, e infine Heck, Negishi e Suzuki hanno sviluppato un'efficiente reazione organica per legare atomi di carbonio e sintetizzare così materiali innovativi.


Sitografia
http://www.nature.com/news/2010/101005/full/467642a.html
http://www.nature.com/news/2010/101004/full/467641a.html
http://nobelprize.org/

Manuela Casasoli, la Prof.

I premi Nobel 2010 per la medicina, la fisica e la chimica.

Gli scheletri di un Velociraptor e uno struzzo messi a confronto da Matteo Rossi.

Lunedì 18 ottobre 2010


Con immenso piacere pubblico sul nostro blog una ricerca eseguita da Matteo Rossi, un alunno della classe 1aD. Spontaneamente è arrivato un giorno e mi ha consegnato una ricerca fatta per diletto...mi è piaciuta così tanto che eccola qui a disposizione di tutti.

Occorrente:
-due schemi con gli scheletri di un Velociraptor e uno struzzo;
-enciclopedia o Internet.
Procedimento
Si mettono a confronto i due scheletri, si fanno ipotesi e si cercano informazioni sull'enciclopedia o su Internet.
Risultati e conclusioni
Osservando gli scheletri si nota che la gabbia toracica dello struzzo è più corta di quella, piuttosto allungata, del Velociraptor. E' probabile che questa differenza sia dovuta al fatto che il Velociraptor aveva le zampe anteriori. Lo struzzo ha il collo lungo e la coda è piuttosto corta. Al contrario il Velociraptor ha il collo corto e la coda lunga. Dalle informazioni raccolte risulta che lo struzzo è leggermente più veloce di un Velociraptor. Probabilmente questo è dovuto al corpo più leggero dello struzzo.

Matteo Rossi, 1aD.

Martedì 26 ottobre 2010


Un misterioso sarcofago di piombo, risalente al III-IV secolo d.C., del peso di 500 kg e con le pareti di 2,5 cm di spessore, è stato rinvenuto a Gabii, a 18 km da Roma dall'archeologo Nicola Terrenato dell'Università del Michigan. Una sepoltura di mezza tonnellata di piombo, che all'epoca valeva una fortuna, deve appartenere ad un personaggio importantissimo. Al momento il sarcofago non è stato ancora aperto, perché si rischierebbe di danneggiare il contenuto. Gli scienziati si apprestano quindi a studiarlo mediante una specie di "endoscopia", cioè con una minitelecamera per vedere cosa c'è dentro senza danneggiare nulla. Non ci resta che aspettare gli aggiornamenti!


Le Scienze, giugno 2010, pag.44.

Lavinia Cencioni, 1aH.

Il sarcofago trovato a Gabii, 18 km ad est di Roma.
(http://oggiscienza.files.wordpress.com/2010/04/sarcofago-gabii.jpg)

HARPS spectrograph and the 3.6 m telescope at La Silla.
(da Wikipedia)

Martedì 26 ottobre 2010


Il numero di pianeti extrasolari sta crescendo rapidamente e se ne conoscono ormai più di 400. Sulle Ande cilene lo spettrografo HARPS ("High Accuracy Radial Velocity Planet Searcher") installato su un telescopio da 3,6 m dello "European Southern Observatory", ha scoperto 75 nuovi esopianeti negli ultimi cinque anni. Molti di questi pianeti si trovano in sistemi planetari multipli simili al nostro sistema solare e le osservazioni suggeriscono che la scoperta di pianeti abitabili al di fuori del nostro sistema solare è solo questione di tempo.


Le Scienze, dicembre 2009, pag.34.

Andrea Burla, 1aH.

Martedì 26 ottobre 2010


Su Marte ci sono grandi tempeste di sabbia e lo scienziato Jasper Kok, dell'Università del Michigan, con il suo modello detto della saltazione sta cercando di capire come si originino queste tempeste. Su Marte la gravità e la resistenza dell'aria sono minori rispetto alla Terra. Sembra che all'origine ci sia un vento intenso ma una volta che i granelli di sabbia sono in aria anche un piccolissimo soffio di vento può mantenerli in movimento e quando i granelli di sabbia toccano terra (dovremmo dire toccano Marte!) ne sollevano molti altri. Ecco quindi che le tempeste durano per molto molto tempo.


Le Scienze, maggio 2010, pag.37.

Camilla Basili, 1aH.

Un'immagine di Marte ottenuta con la sonda Viking 1
(http://it.wikipedia.org/wiki/File:Mars_Valles_Marineris.jpeg)

(http://notizie.tiscali.it/media/09/12/neonati-482.jpg_370468210.jpg)

Martedì 26 ottobre 2010


Il crollo della natalità nei paesi ricchi è diventato controllabile. Uno studio guidato dall'Università di Milano ha analizzato il numero delle nascite in 180 paesi dal 1975 al 2005. Al crescere dello sviluppo economico cala la natalità, ma questo è vero solo fino ad un certo punto. Infatti il benessere renderebbe poi più facile la costosa scelta di avere un figlio. Così la Francia e gli Stati Uniti sono vicini al traguardo di 2,1 figli per donna, traguardo che garantisce la stabilità demografica.


Le Scienze, ottobre 2009, pag.43.

Martina Annulli, 1aH.

Martedì 26 ottobre 2010


Gli scienziati Linda GodFrey e Paul Falkowski, della Rutgers University, hanno dimostrato che l'ossigeno sulla Terra è comparso in maniera, non continua e costante, ma piuttosto irregolare. Uno dei primi picchi di arricchimento di ossigeno della nostra atmosfera risale a circa 2,5-2,2 miliardi di anni fa. In questo periodo i primi batteri fotosintetici iniziarono a liberare ossigeno in grandi quantità. Nel parco dello Yellowstone, negli Stati Uniti, è possibile avere un'idea del paesaggio della Terra ai primordi. Nella foto qui accanto potete vedere uno dei paessaggi più spettacolari del mondo, dove i colori rosso, giallo e arancione sono dovuti ai cianobatteri che producono ossigeno...come i loro antenati!


Le Scienze, novembre 2009, pag.37.

Francesca Bellisario, 1aH.

Grand Prismatic Spring, Yellowstone National Park
(da Wikipedia)

Neuroni di topo al microscopio a fluorescenza. (http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/scienzaetecnologia/cervello-ippocampo/esterne031530180311153201_big.jpg)

Martedì 26 ottobre 2010


Per la prima volta cellule della pelle di topo sono state convertite in neuroni senza attraversare uno stadio embrionale. Fino ad ora si pensava che si potessero usare solo cellule staminali pluripotenti, che hanno la capacità di differenziarsi in qualsiasi tipo cellulare. Ma lo studio del gruppo di Wernig, della Standford University, in California, ha rimesso tutto in discussione. I neuroni ottenuti dal Prof. Wernig sono perfettamente funzionanti e possono originare sinapsi per comunicare con altri neuroni. Se i risultati verranno confermati anche sulle cellule umane, questa scoperta potrebbe essere molto importante per la cura di malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson e l'Alzheimer.


Le Scienze, marzo 2010, pag.39.

Elvira Marchetti, 3aH.

Martedì 26 ottobre 2010


Ci sono ancora molte lacune nella teoria che spiega la formazione delle stelle. Lo scienziato Erick T. Young, direttore dell'osservatorio SOFIA ("Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy"), ci spiega alcune di queste lacune. Le stelle nascono da collassi di nubi di gas ma da dove arrivano queste nubi e qual è la causa del collasso? Per cercare di capire bisogna considerare le interazioni tra le diverse stelle e tra le singole stelle e le nubi da cui sono nate. I primi risultati di queste ricerche dimostrano come siano le stelle massicce ad innescare il collasso delle nubi e come alcune stelle neonate possano generare altre stelle nello spazio profondo.


Le Scienze, aprile 2010, pag.76.

M. Laura Butler, 1aH.

La nebulosa Carena
(da Wikipedia)

L'ammasso stellare R136, nella nebulosa della Tarantola, è simile all'ammasso in cui è nato il Sole.
(da Wikipedia)

Martedì 26 ottobre 2010


Anche il Sole, come la maggior parte delle stelle, è nato da un ammasso di stelle nascenti. Lo scienziato Simon F.P. Zwart, dell'Università di Leida, nei Paesi Bassi, ci spiega che l'ammasso originario conteneva 1500-3500 stelle in un diametro di 10 anni luce. Dopo la formazione del Sole, le stelle sorelle si sono divise e disperse nella galassia. Oggi alcuni osservatori come il satellite europeo GAIA dovrebbero poterle individuare permettendoci di chiarire molti punti oscuri della nascita del nostro sistema solare.


Le Scienze, gennaio 2010, pag.59.

Luca Monachini, 1aH.

Mercoledì 26 gennaio 2011


Ed ecco un altro dei "frizzantissimi" ragazzi della 1aD che ci regala un'ottima ricerca sul pianeta rosso. Edoardo Ciucci ha dedicato una domenica pomeriggio a soddisfare la sua invidiabile curiosità...Ha scelto "Marte" e ha raccolto molte preziose informazioni, presentandole in maniera chiara, sintetica e accattivante! Leggete e divertitevi...sognando come me che nel 2030 si potrà poggiare piede su Marte!
La ricerca di Edoardo.


Manuela Casasoli.

Marte: il pianeta rosso
(http://centroufologicotaranto.files.wordpress.com/2010/11/marte.jpg)

Schema della fotosintesi.
(http://erhs.rcsnc.org/UserFiles/Servers/Server_4766394/Image/steve%20colry/photosynthesis1.gif)

Lunedì 31 gennaio 2011


La nostra carissima Chiara Esposito, della classe 1aH, ci regala un ottimo riassunto dei concetti chiave della fotosintesi. Grazie Chiara!!! Molto utile per un ripasso veloce in vista di una verifica...
Il riassunto di Chiara.


Manuela Casasoli.


Manuela Casasoli (manuela_casasoli@yahoo.it)