Proteine "amiche"

Care ragazze e cari ragazzi è tempo di cambiare le nostre fonti di proteine! Perché? Per due motivi: la salute del nostro pianeta Terra e la nostra. Abbiamo già parlato degli effetti ambientali delle nostre scelte alimentari (leggi anche La dieta della salute planetaria) e sappiamo ormai che diminuire il consumo di carne è una priorità per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Dobbiamo anche essere consapevoli che in quasi tutti i paesi del mondo si ingeriscono più proteine del fabbisogno giornaliero. Non dovrebbe, quindi, essere così difficile fare qualche variazione nella nostra dieta per avere un maggior rispetto dell'ambiente e di noi stessi. L'allevamento del bestiame utilizza grandi appezzamenti di terra e rappresenta da solo la fonte di circa il 15% delle emissioni globali di gas serra. Il consumo di carne rossa è stato associato a malattie cardiache, diabete e alcuni tipi di cancro. Gli allevamenti di polli possono diffondere virus come quello dell'influenza aviaria e aumentare il rischio di insorgenza di resistenze agli antibiotici. Gli allevamenti ittici sono una fonte di inquinamento degli oceani. E poi, ogni anno vengono uccisi circa 80 miliardi di animali per l'alimentazione umana, molti di questi dopo una vita penosa negli allevamenti intensivi.
La domanda mondiale di carne è, nonostante tutto, in aumento...

Immagine ripresa da Nicola Jones (2023).

Partiamo dal nostro fabbisogno proteico giornaliero. Questo dipende da vari fattori, tra cui la massa, ma in media possiamo dire che è di circa 50 g al giorno. Uno statunitense in media ingerisce circa 330 g di proteine al giorno e la maggior parte di questi derivanti da carne rossa. La carne è ricca di amminoacidi e l'allevamento del bestiame svolge un ruolo importante in molti ecosistemi e in molte società. Tuttavia, la produzione di carne non è sostenibile con questi consumi. Uno studio ha messo in evidenza che sostituendo il 20% della carne di bovino con alternative proteiche di origine microbica entro il 2050 si potrebbe dimezzare la deforestazione annuale!
Non è affatto complicato trovare una soluzione a tutto ciò. Primo, riduciamo il consumo di proteine, ingerendone la quantità necessaria e salutare, secondo, usiamo fonti proteiche sostenibili. Piselli, fagioli cereali e noci, per esempio, costituiscono una fonte di proteine economica, ubiquitaria, salutare e con una bassa impronta ecologica. Poi esistono prodotti come il tofu (dal latte di soia), il seitan (dal grano) e il tempeh (dalla soia fermentata). Questi prodotti potrebbero veramente fare la differenza in termini di sostenibilità ambientale. Esistono altre fonti proteiche che potrebbero darci una mano. Carne coltivata, farine di insetti, proteine ricombinanti, proteine dai funghi (microproteine) o dai batteri, alghe e insetti. Osservate e leggete i grafici sottostanti. Rispondete alle seguenti domande. Cosa rappresenta il grafico "Healthy choices"? Quali sono le fonti proteiche da preferire per sostituire quelle provenienti dalla carne rossa tradizionale? Nel secondo grafico traducete "Climate Perks", cosa significa? Fate un confronto tra le fonti proteiche analizzate. Quali sono le vostre conclusioni?

Immagine ripresa da Nicola Jones (2023).

Per chi proprio non può farne a meno c'è la carne coltivata, di cui si è parlato molto recentemente anche in Italia, dove è stata addirittura vietata. Si tratta di carne prodotta a partire da cellule coltivate in laboratorio, già in vendita in paesi come Singapore. I ricercatori mettono in evidenza che sostituire la carne con quella coltivata porterebbe vantaggi per quanto riguarda l'utilizzo di suolo e la conservazione della biodiversità. Tuttavia, serve molta energia per produrla e sarebbe molto costosa. Ci sono ricerche in corso per rendere più efficiente la produzione. C'è anche un altro aspetto da considerare. Essendo prodotta in laboratorio, si potrà decidere la quantità di grassi in essa contenuti per renderla più salutare, tuttavia molti effetti dannosi per l'organismo umano già associati con il consumo di carne rossa resterebbero. Insomma, meno carne...
Quasi tutte le fonti di proteine citate sopra sono più sane della carne rossa, che resta la più dannosa esaminando l'apporto di colesterolo, grassi, fibre e sale. Le proteine di funghi e piselli sono invece quelle più salutari. Tutte le alternative alla carne sono più sostenibili dal punto di vista ambientale, se l'energia usata per la produzione è rinnovabile. In un rapporto dell'Università di Oxford del 2021 si legge che la produzione alimentare mondiale rilascia circa 14 gigatonnellate di gas serra all'anno, pari a circa un quarto delle emissioni totali. Circa il 40% delle 14 gigatonnellate proviene dalla produzione di alimenti a base vegatela e il 60% dalla produzione di carne, comprese le colture per nutrire il bestiame. Se riuscissimo a sostituire la carne con proteine prodotte con energia rinnovabile, si dimezzerebbero circa le emissioni da produzione di cibo. Basti pensare che sostituendo anche solo il 10-20% del consumo di carne con proteine alternative si potrebbero diminuire le emissioni di gas serra di una gigatonnellata, più delle emissioni dovute all'aviazione industriale, tanto per fare un confronto.
Tra le alternative, le proteine batteriche sembrano quelle più sostenibili. Ormai i bilanci sono stati fatti, dobbiamo agire individualmente e non aver certo timore di sperimentare e gustare senza pregiudizi nuovi cibi che ci faranno star bene e, soprattutto, faranno star bene anche le generazioni future.

Referenze

Nicola Jones (2023) Fungi bacon and insect burgers: a guide to the proteins of the future. Nature, 619: 26-28

Nicola Jones (2023) Lab-grown meat: the science of turning cells into steaks and nuggets. Nature, 619: 22-24.

Manuela Casasoli (manuela_casasoli@yahoo.it) - Pubblicato il 3 agosto 2023