Le capacità cognitive degli insetti

Care ragazze e cari ragazzi è noto che molte specie di insetti vivono in comunità altamente organizzate in cui i compiti individuali sono ben diversificati e la funzione riproduttiva è riservata a una o poche femmine. Pensate alle api, alle formiche, alle vespe, alle termiti. Questi insetti sono detti insetti sociali o eusociali. Il grande biologo Edward Osborne Wilson (1929 - 2021) ha fondato una branca della biologia, nota come sociobiologia, che si occupa proprio di studiare i comportamenti sociali di queste specie.
Molti pensano che i complessi comportamenti sociali di alcuni insetti siano guidati da un "istinto naturale", una sorta di piano genetico prestabilito che non lascia spazio a nessuna forma di apprendimento. Alcuni studi recenti, però, hanno dimostrato che l'intelligenza sociale degli insetti non è molto diversa da quella propria delle società dei vertebrati, tra cui, ricordiamolo, c'è Homo sapiens. Anche gli insetti riconoscono i propri simili, manipolano oggetti e apprendono per imitazione, sviluppando ciò che alcuni entomologi assimilano a vere tradizioni culturali. Alcuni insetti sembrano mostrare anche stati emotivi, per esempio quando salvano dal pericolo individui appartenenti alla propria comunità.
In questo approfondimento analizzeremo alcuni comportamenti degli insetti sociali che depongono a favore dell'intelligenza sociale degli insetti. Uno di questi è la costruzione del nido: un'innovazione individuale, successivamente trasmessa per diffusione culturale.

Immagine ripresa da Social cognition in insects
Costruzione del nido: comportamento innato o innovazione culturale?

L'abilità di costruire nidi complessi, vere strutture architettoniche, potrebbe essere emersa non solo da un processo evolutivo di tentativi, successi ed errori, ma anche da un'innovazione avvenuta in una colonia, poi rapidamente diffusa altrove. Si tratta di cultura?
Tra i gruppi di ricerca che stanno maggiormente contribuendo allo studio del comportamento sociale degli insetti c'è quello di Elizabeth Tibbetts. Gli esperimenti della Tibbetts non solo hanno messo in evidenza che alcune vespe del genere Polistes riconoscono i singoli individui della propria colonia, ma addirittura possono arrivare a elaborare "un'inferenza transitiva". Cosa significa? Se una vespa impara a riconoscere che un individuo A è più forte di un individuo B e quest'ultimo è più forte di C, allora la vespa sa che A è anche più forte di C. Sembra tra l'altro che queste relazioni di forza non vengano acquisite dalla vespa per diretto confronto con un'altra vespa, ma siano apprese per semplice osservazione del comportamento dei simili. Per esempio, i ricercatori hanno messo in evidenza che alcune vespe sono meno aggressive con quelle che hanno individuato come le più aggressive da osservazioni precedenti.
Nel 1764 il naturalista Charles Bonnet fu ridicolizzato perché riteneva che le api costruissero "cose utili", come l'alveare, guidate dalle proprie emozioni e da un senso di utilità per la comunità sociale. Non è semplice stabilire se gli insetti che salvano i propri compagni di nido "provino delle emozioni". Il problema si pone anche quando si cerca di studiare comportamenti empatici nei vertebrati non umani. Questo, in parte, scaturisce dal fatto che si vuole cercare negli animali una gamma di emozioni usando quelle umane come riferimento. Bisognerebbe analizzare il circuito neuronale della gratificazione e sperimentare se l'aiuto prestato a un compagno in difficoltà attivi questa risposta neuronale. L'indagine è in corso.

Immagini riprese da Social cognition in insects
Il salvataggio di formiche intrappolate potrebbe implicare empatia e capacità di risolvere problemi.

Esistono cultura e tradizioni negli insetti? Gli scienziati hanno cercato di rispondere a questa domanda partendo dalla seguente definizione di cultura: un comportamento non naturale volto alla risoluzione di problemi. Anche nell'uomo gli esperti identificano alcuni fenomeni culturali come lontani dalle predisposizioni innate. L'uomo apprende molti dei suoi comportamenti nell'ambito di un ambiente educativo sociale che stabilisce delle regole da seguire. La definizione di cultura meriterebbe molto più di una frase, ma per gli scopi di questo approfondimento possiamo accontentarci. Ebbene, in uno studio recente, una popolazione di bombi è stata sottoposta a un test per la risoluzione di un rompicapo. Un fiore artificiale contenente una soluzione zuccherina era posto sotto una lastra trasparente. L'unico modo per accedere alla soluzione era quello di tirare una cordicina attaccata al fiore. Una volta che uno dei bombi ha trovato la soluzione, gli altri bombi osservatori sono stati capaci di ripetere l'operazione. Successivamente uno dei bombi "esperti" è stato introdotto in una "colonia ignorante" e ha saputo diffondere il comportamento appreso. In un altro esperimento le api hanno imparato a muovere una palla al centro di una piattaforma circolare per arrivare a ottenere una ricompensa. Anche utilizzando dei distrattori, come più palline lontane da quella che portava alla ricompensa, le api hanno velocemente imparato a riconoscere la posizione della pallina giusta.
Le api tropicali senza pungiglione, le cui colonie vivono per anni, costruiscono dei nidi architettonicamente molto complessi. L'architettura dei nidi varia da colonia a colonia. Alcuni di questi nidi hanno molti accorgimenti anti-intruso, come essere circondati da un guscio di resina appiccicosa, che viene sapientemente evitata dagli abitanti della colonia. Gli eventuali intrusi che entrano dall'ingresso incontrano un "falso-nido" con un vero e proprio labirinto tridimensionale, vasi di miele vuoti o pieni di miele diluito e molte api guardiane pronte a difendere la propria "casa". La vera cavità del nido non è vicina alla zona d'ingresso e il cibo è conservato in una camera separata. Le variazioni significative nella struttura architettonica dei nidi di queste api suggeriscono che ci sia molto di più di un comportamento innato nella loro costruzione.
Un alieno arrivato sul nostro pianeta 3 milioni di anni fa alla ricerca di vita intelligente, avrebbe, probabilmente, prestato poca attenzione agli antichi ominini, mentre invece sarebbe rimasto affascinato dalle soluzioni ingegnose di molte società di insetti. Permane un problema, come tramandare le innovazioni culturali alle generazioni future?
La capacità di parlare e scrivere ha fatto la differenza in Homo sapiens.

Referenze

Chittka, L. and Rossi, N. (2022) Social cognition in insects Trends in Cognitive Sciences, 26: 578-592

Manuela Casasoli (manuela_casasoli@yahoo.it) - Pubblicato il 24 dicembre 2022