Dieci risultati sul cambiamento climatico

Care ragazze e cari ragazzi il 20 marzo 2023 è stato pubblicato l'ultimo capitolo del sesto rapporto di valutazione sul cambiamento climatico da parte del "Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici" delle Nazioni Unite (IPCC - The Intergovernmental Panel on Climate Change). Nonostante l'argomento sia stato approfondito più volte, ne dobbiamo parlare nuovamente (leggi anche Obiettivo 13: il cambiamento climatico...). Sembra, infatti, che ogni tanto i potenti del mondo "dimentichino" cosa stia accadendo. Il rapporto pubblicato è la sintesi di un lavoro durato otto anni al quale hanno contribuito ben 782 scienziati e rappresenta la più completa valutazione scientifica sul cambiamento climatico al momento disponibile.
Nelle 8000 pagine di rapporto, sono descritte a tinte fosche le devastanti conseguenze dell'aumento delle emissioni di gas serra e i rischi per la Terra nel caso in cui non si riuscisse a cambiare rotta. L'IPCC, tuttavia, indica vie possibili da percorrere per garantire un futuro ancora vivibile alle nuove generazioni. È bene, quindi, conoscere queste possibili soluzioni.

1 - L'aumento medio di 1,1°C rispetto alla fine del XIX secolo della temperatura terrestre, indotto dall'uomo, è la causa dei cambiamenti climatici. L'innalzamento del livello del mare, gli eventi meteorologici estremi, la diminuzione dei ghiacci polari sono conseguenze dirette di tali cambiamenti. Un ulteriore riscaldamento scatenerebbe processi che si autoalimenterebbero portando a conseguenze irreversibili. Per esempio, le ondate di calore, che si verificano in media ogni 10 anni, si verificherebbero circa 4 e 9 volte più frequentemente se l'aumento della temperatura arrivasse a 1,5°C o 4°C, rispettivamente. Se il riscaldamento dovesse superare i 2°C, le calotte glaciali dell'Antartide e della Groenlandia potrebbero sciogliersi completamente determinando l'aumento del livello del mare di diversi metri.

2 - Gli effetti del cambiamento climatico sugli ecosistemi e le persone sono più diffusi e gravi del previsto e si acuiscono per ogni frazione di grado di riscaldamento. La scarsità d'acqua provoca sofferenze e conflitti, le temperature più elevate aumentano la diffusione di malattie come la malaria, le infezioni da virus del Nilo occidentale, la malattia di Lyme. I migranti climatici sono stati 20 milioni dal 2008. Con un aumento di 1,5°C, si stima che 950 milioni di persone nelle zone aride del mondo avranno sempre più a che fare con siccità, stress termico e desertificazione. D'altro canto le persone esposte alle inondazioni aumenteranno del 24%. Per non parlare della perdita di biodiversità (leggi anche Obiettivo 15: Life on land).

Immagine ripresa da 10 Big Findings from the 2023 IPCC Report on Climate Change
Effetti del cambiamento climatico in atto

3 - Servono più soldi per finanziare progetti di adattamento e resilienza. I progetti di contrasto al cambiamento climatico sono ancora in gran parte su piccola scala e focalizzati sugli effetti a breve termine. Ciò è la conseguenza di finanziamenti ancora scarsi per progetti di più largo respiro. Secondo l'IPCC, i soli paesi in via di sviluppo avranno bisogno di 127 miliardi di dollari all'anno entro il 2030, la somma crescerà fino a 295 miliardi entro il 2050 per adattarsi ai cambiamenti climatici. Purtroppo, dal 2017 al 2018 si è passati da 23 a 46 miliardi di dollari investiti. C'è un aspetto positivo. L'IPCC prevede che la realizzazione di progetti per la salvaguardia degli ecosistemi porti a un miglior adattamento delle popolazioni agli effetti dei cambiamenti climatici e a migliori e più sostenibili stili di vita.

4 - Alcuni effetti del cambiamento climatico sono già così gravi da non poter essere mitigati. Le comunità costiere di alcune zone tropicali sono state costrette ad abbandonare le loro terre a causa dell'innalzamento del livello del mare e alla morte diffusa di organismi marini in alcuni ecosistemi corallini che un tempo garantivano la loro sicurezza alimentare. Se il riscaldamento supererà 1,5°C, le regioni che dipendono dalla neve e dallo scioglimento dei ghiacciai sperimenteranno periodi di siccità e carenza idrica a cui sarà difficile adattarsi. Sopra i 2°C, la produzione di mais entrerà in crisi in diverse aree e se supereremo i 3°C, le ondate di caldo minacceranno la salute delle popolazioni dell'Europa meridionale. Sono necessarie azioni urgenti. Qualche passo avanti c'è stato alla COP27 (27a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici), ma le decisioni prese devono essere poi tradotte in fatti.

5 - Se continuiamo con l'attuale livello di emissioni di gas serra, entro il 2025 l'innalzamento globale della temperatura arriverà a 1,5°C. Nelle simulazioni effettuate dagli scienziati, se le emissioni non diminuiranno drasticamente, si arriverà a un riscaldamento tra i 3,3°C e i 5,7°C entro il 2100. L'ultima volta che è avvenuto un riscaldamento sopra i 2,5°C rispetto ai livelli preindustriali è stato più di 3 milioni di anni fa. In questo momento (inizio 2023), le emissioni non diminuiscono come dovrebbero per rientrare nel limite di 1,5°C di innalzamento massimo della temperatura media terrestre. L'obiettivo era una riduzione delle emissioni del 47% entro il 2030, rispettando tutti gli impegni climatici presi durante le varie conferenze sul clima si arriverebbe appena a una riduzione del 7%.

6 - Bisogna abbandonare rapidamente i combustibili fossili. È l'utilizzo dei combustibili fossili la causa principale del riscaldamento globale. È necessario smantellare le infrastrutture basate su questi combustibili, annullare i nuovi progetti, fornire le centrali elettriche a combustibili fossili di tecnologie di cattura e stoccaggio di carbonio, aumentare l'utilizzo di fonti rinnovabili come solare ed eolico. Bisogna farlo subito, anzi doveva essere già stato fatto...

Immagine ripresa da 10 Big Findings from the 2023 IPCC Report on Climate Change
10 soluzioni necessarie per rallentare il cambiamento climatico

7 - Un futuro a zero emissioni e resiliente ai cambiamenti climatici può realizzarsi solo con trasformazioni radicali. L'intera società deve contribuire. Infatti, la produzione di energia, l'industria, la climatizzazione degli edifici, i trasporti sono responsabili dell'80% delle emissioni globali, l'agricoltura rappresenta il resto. Consideriamo il trasporto, in città si può fare molto: trasporti pubblici elettrici efficienti, veicoli elettrici (leggi anche Verso l'elettrico), una pianificazione urbana che riduca al minimo gli spostamenti. Su larga scala, è necessario investire in tecnologie a zero emissioni per la navigazione e il trasporto aereo. Abbiamo già parlato della necessità, inoltre, di cambiare dieta (leggi anche La dieta della salute planetaria).

8 - È essenziale "decarbonizzare" per limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5°C. Se anche riuscissimo oggi a non utilizzare più i combustibili fossili a livello mondiale, la misura non basterebbe per contenere il riscaldamento come richiesto più volte dagli scienziati. È infatti necessario riuscire a sequestrare l'anidride carbonica in eccesso nell'aria. Esistono procedimenti naturali come il rimboschimento, che offrirebbe benefici anche alle comunità e agli ecosistemi, ma il carbonio immagazzinato all'interno di questi ecosistemi è anche vulnerabile a disturbi come gli incendi, che, purtroppo aumenteranno con il riscaldamento globale. Esistono poi tecnologie come la bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio. Queste soluzioni sarebbero più permanenti, ma hanno bisogno di grandi superfici di terreno. È necessario investire in ricerca scientifica per trovare soluzioni sostenibili.

9 - I finanziamenti per affrontare il cambiamento climatico (mitigazione e adattamento) devono aumentare drasticamente in questo decennio. È incredibile, ma l'IPCC ha rilevato che i finanziamenti pubblici e privati per i combustibili fossili oggi superano di gran lunga quelli per mitigare il cambiamento climatico. La situazione è particolarmente preoccupante nei paesi in via di sviluppo. I finanziamenti per l'adattamento ai cambiamenti dovranno, quindi, aumentare drasticamente. Ripetiamo ancora una volta che i paesi in via di sviluppo avranno bisogno di 127 miliardi di dollari all'anno entro il 2030 e di 295 miliardi di dollari all'anno entro il 2050. Attualmente siamo lontani da queste cifre...

10 - Il cambiamento climatico così come, purtroppo, alcuni dei nostri sforzi collettivi per adattarci e mitigarlo aggraveranno le disuguaglianze se non riusciremo a garantire una transizione giusta. Gli effetti del cambiamento climatico stanno colpendo e colpiranno le comunità a reddito basso, nonostante queste contribuiscano al massimo al 15% delle emissioni mondiali di gas serra. Oggi tra i 3,3 e i 3,6 miliardi di persone vivono in zone altamente vulnerabili ai cambiamenti climatici. Le zone più a rischio sono l'Artico, l'America centrale e meridionale, gli stati insulari dell'Asia meridionale e l'Africa sub-sahariana. La povertà endemica e l'accesso limitato a beni essenziali come l'acqua, i conflitti, le diseguaglianze, già presenti in molti di questi paesi vulnerabili, aumenteranno la loro sensibilità ai rischi del cambiamento climatico e diminuiranno la capacità di adattamento. La mortalità per disastri climatici (come inondazioni e siccità) è aumentata di 15 volte dal 2010 al 2020 in questi paesi.
La transizione energetica verso fonti rinnovabili e pulite potrebbe aumentare le diseguaglianze se non venisse realizzata tenendo conto della situazione peculiare di ogni singolo paese. Per esempio, le tasse sul carbonio, che aumentano il costo di beni prodotti con elevate emissioni come la benzina, devono essere accompagnate da politiche di sostegno delle fasce di reddito più basse. La dismissione di centrali elettriche a carbone deve avvenire con un'opportuna e veloce riconversione delle professionalità lavorative necessarie per evitare la perdita di posti di lavoro. L'IPCC ha identificato una serie di misure che possono garantire una transizione giusta ed equa in modo tale da non lasciare indietro i paesi più vulnerabili, mentre il mondo va verso un futuro a emissioni zero e resiliente agli effetti dei cambiamenti climatici. I politici devono promuovere strategie e varare leggi per un'equa distribuzione di costi e benefici della transizione energetica. La collaborazione tra tutti i paesi del mondo dovrebbe essere massima per raggiungere questi obiettivi.

I rischi derivanti dall'inerzia politica nel prendere decisioni volte a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici sono immensi. Il cambiamento richiesto alla nostra società è enorme e ne va della nostra stessa esistenza come specie. Limitare l'innalzamento della temperatura media terrestre a 1,5°C è un imperativo! L'IPCC chiarisce che il mondo deve raggiungere il picco delle emissioni di gas serra al più tardi nel 2025, deve dimezzare le emissioni entro il 2030 e raggiungere emissioni zero entro il 2050. Non c'è un secondo da perdere.

Referenze

10 Big Findings from the 2023 IPCC Report on Climate Change

AR6 Synthesis Report: Climate Change 2023

Manuela Casasoli (manuela_casasoli@yahoo.it) - Pubblicato il 15 aprile 2023