SARS-CoV-2 e la pandemia

Care ragazze e cari ragazzi era l'11 marzo 2020 quando l'Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarava che il mondo era in pandemia. Un nuovo virus, denominato SARS-CoV-2 (Severe Acute Respiratory Syndrome CoronaVirus 2), si era velocemente diffuso in tutto il mondo, provocando in alcuni soggetti fragili una patologia respiratoria grave e fatale. Sono trascorsi più di due anni ed è tempo di trarre insegnamenti da quanto è accaduto. Dal punto di vista scientifico, una collaborazione mondiale tra laboratori di ricerca mai vista prima ha permesso di risolvere la struttura della proteina spike, mediante la quale il virus entra nelle nostre cellule, di sviluppare vaccini efficaci e di distrubuire miliardi di dosi in meno di un anno. Pur non essendo ancora chiari i motivi per i quali alcuni individui sviluppino una malattia così grave rispetto ad altri e gli effetti a lungo termine dell'infezione da SARS-CoV-2, la comunità scientifica ha dato una risposta pronta ed efficace alla situazione di crisi mondiale. Da un punto di vista sociale, politico ed economico, la nostra società ha, invece, evidenziato molte fragilità. Le disuguaglianze si sono acuite, a partire proprio dalla distribuzione dei vaccini. All'inizio di aprile 2022, la percentuale di vaccinati in Europa era del 70%, mentre in Africa era solo al 15%. La disinformazione e la cattiva gestione dell'emergenza sanitaria da parte di alcuni governi hanno ucciso migliaia di persone. Come possiamo trasferire la buona gestione scientifica in buona politica?

Immagine ripresa da Ash et al. (2022) A time to reflect: Lessons from 2 years of the COVID-19 pandemic
Image Credit: Stephan Schmitz/Folio Art

La prima lezione che possiamo imparare dalla scienza è quella di prendere decisioni sulla base di una corretta analisi dei dati a disposizione. All'inizio della pandemia, gli epidemiologi hanno calcolato l'indice di diffusione di questo virus, gli immunologi l'indice di mortalità nei soggetti a rischio e hanno comunicato ai governi il loro parere: la diffusione del virus poteva essere rallentata solo con dure misure di contenimento. Per questo siamo rimasti a casa per tre mesi circa nel 2020. L'analisi settimanale dei dati della pandemia (infezioni, ospedalizzazioni, terapie intensive, decessi) serve per prendere decisioni.
L'elevata efficacia dei vaccini a mRNA (90% di protezione da ospedalizzazione e morte) ha permesso di allentare le misure di contenimento (basti pensare che non abbiamo più attivato la didattica a distanza generalizzata in questo anno scolastico), entrando così nella fase in cui il virus diventerà endemico. È sempre l'analisi dei dati epidemiologici che ci porta a prefigurare questo scenario.
Al tempo stesso, però, preoccupano le varianti. La preoccupazione degli esperti riguarda due aspetti al momento. Il primo è l'elevata velocità di diffusione della variante omicron, considerato il virus più contagioso della storia. Il secondo aspetto riguarda la facilità con cui questo virus passa da una specie all'altra. Anche in questo caso sono i dati relativi alla diffusione e le analisi delle infezioni in animali domestici, per esempio, che destano le preoccupazioni degli scienziati. Esistono, infatti, due ipotesi per spiegare l'origine della variante omicron. È probabile che si sia evoluta in un soggetto immunologicamente compromesso, in cui la replicazione dei virioni è stata particolarmente efficace, oppure il virus è passato in un altro ospite "intermedio" per ritornare, poi, mutato nell'uomo. In questo ultimo caso, l'ospite intermedio potrebbe essere anche un animale che si trova a stretto contatto con l'uomo. Gli immunologi stanno studiando con molta attenzione le innumerevoli mutazioni della proteina spike della variante omicron per capire come disegnare vaccini più protettivi e farmaci (per esempio anticorpi monoclonali o antivirali) che possano contrastare l'insorgere di sintomi gravi della malattia da SARS-CoV-2. Ogni decisione su come procedere è basata sull'analisi dei dati, che devono essere capiti, interpretati, discussi e resi utili per la società. Non dimenticate che per fare tutto ciò è necessaria una buona preparazione matematica e scientifica.
Uno dei fenomeni portati alla ribalta dalla pandemia è la zoonosi, il salto interspecifico dei virus. Il passaggio di virus da una specie all'altra è un fenomeno ben conosciuto. SARS-CoV-2 ed Ebola sono passati all'uomo recentemente, ma l'herpesvirus e il papillomavirus lo hanno fatto agli albori dell'evoluzione della nostra specie. Homo sapiens è uno dei tanti componenti degli ecosistemi virali. I ricercatori hanno, però, evidenziato che la frequenza con cui questi salti di specie si realizzano è aumentata. Le cause sono da ricercare nel maggiore sfruttamento del suolo, nella crescente urbanizzazione e globalizzazione, nelle variazioni di distribuzione delle specie dovute anche ai cambiamenti climatici. Si è visto che i coronavirus sono molto comuni nei mammiferi e sanno fare bene il salto di specie. Ecco perché è necessario prendere precauzioni nei mercati in cui ci siano animali vivi e agire con fermezza nel bloccare il mercato di specie selvatiche, molto spesso protette. Un'altra lezione della pandemia.

Immagine ripresa da Cui et al. (2022) Structural and functional characterizations of infectivity and immune evasion of SARS-CoV-2 Omicron

La pandemia ha fatto emergere anche molta ignoranza scientifica. Coloro che, pur potendo, non si vaccinano perché temono gli effetti collaterali dei vaccini dimostrano le loro lacune culturali in ambito scientifico, causando un danno alla società e a sé stessi. Molti, inoltre, sulla scia di notizie false, ma diffuse con la stessa velocità del virus, hanno iniziato ad autosomministrarsi dosi massicce di vitamina C o altri rimedi "fai da te", sentendosi in questo modo protetti dall'infezione. Purtoppo, invece, i medici hanno descritto a pieno la complessità della patologia da SARS-CoV-2, evidenziando come l'ipossia sia solo uno degli effetti di questo virus. Ne restano molti da descrivere a carico di vari organi, non solo i polmoni. La risposta al SARS-CoV-2 sembra essere così complessa che ogni individuo mostra diversità anche negli effetti collaterali dell'infezione. Per questo esistono dei gruppi di ricerca che già sono concentrati su un trattamento personalizzato della sindrome respiratoria da SARS-CoV-2 e stanno preparando un atlante di biomarcatori che guidi i dottori a fare le scelte giuste per ogni singolo paziente infettato. Figuriamoci se possa avere efficacia generalizzata la vitamina C... Un altro insegnamento della pandemia è quindi quello di affidarci lucidamente ai medici e agli scienziati.
Da un punto di vista strettamente biologico, la pandemia da SARS-CoV-2 ha evidenziato come la "corsa agli armamenti" (arms race) tra patogeno e ospite sia un esempio straordinario di evoluzione molecolare. Nel giro di pochi mesi il virus si è adattato alle difese immunitarie umane e al vaccino. La variante omicron ha accumulato ben trenta sostituzioni aminoacidiche nella proteina spike del virus. Le mutazioni sono, come sappiamo, la materia prima dell'evoluzione biologica. In questo caso, sulla nostra pelle, stiamo sperimentando l'efficacia della selezione naturale come forza evolutiva. Lo studio delle mutazioni di spike ci insegna, inoltre, come i progressi della biologia molecolare siano stati di fondamentale importanza non solo per lo sviluppo dei vaccini, ma anche per cercare di stare al passo con il nostro patogeno! I biologi molecolari hanno identificato mutazioni adattative anche al di fuori della proteina spike mettendo in evidenza che il SARS-CoV-2 ha una grande plasticità evolutiva. E noi? Siamo veramente così sapiens da vincere la "corsa agli armamenti" contro il SARS-CoV-2?
Gli scienziati hanno dimostrato che, nonostante la variante omicron sia il virus più contagioso della storia epidemiologica documentata, una terza dose di vaccino riesce a limitarne la diffusione e la capacità di sviluppare la patologia grave, evitando quindi quasi completamente le ospedalizzazioni. Saremo capaci di interpretare il significato di questo dato scientifico?

Referenze

Ash et al. (2022) A time to reflect: Lessons from 2 years of the COVID-19 pandemic Science Vol. 375: 1098-1099.

Koelle et al. (2022) The changing epidemiology of SARS-CoV-2 Science Vol. 375: 1116-1121.

Edward C. Holmes (2022) COVID-19-lessons for zoonotic disease Science Vol. 375: 1114-1115.

COMBAT Consortium (2022) A blood atlas of COVID-19 defines hallmarks of disease severity and specificity Cell Vol. 185: 916-938.

Cui et al (2022) Structural and functional characterizations of infectivity and immune evasion of SARS-CoV-2 Omicron Cell Vol. 185: 860-871.

Thorne et al (2021) Evolution of enhanced innate immune evasion by SARS-CoV-2 Nature Vol. 602: 487-495.

Mallapaty (2022) Where did Omicron come from? Three key theories Nature Vol. 602: 26-28.

Wasemann (2022) Omicron's message on vaccines: Boosting begets breadth Cell Vol. 185: 411-413.

Manuela Casasoli (manuela_casasoli@yahoo.it) - Pubblicato il 15 aprile 2022