"Eppur si muove"

Cari ragazzi in questo approfondimento parliamo di Galileo Galilei, ripercorrendo una storia che già conoscete bene, ma con lo sguardo dell'astrofisico e divulgatore scientifico Mario Livio. Nel suo libro "Galileo and the science deniers", la storia e la battaglia di Galileo, in difesa della visione copernicana dell'Universo, non solo sono presentate in maniera accattivante, ma, soprattutto, vengono messe in parallelo con il negazionismo scientifico attuale. Questo è il grande spunto di riflessione che ci offre il libro: l'affaire Galileo ha ancora qualcosa da insegnarci nel ventunesimo secolo?
Colui che introdusse il metodo scientifico e intraprese uno scontro intellettuale epico con la chiesa cattolica, visse tra il 1564 e il 1642, in pieno rinascimento e durante il periodo della controriforma. In questo particolare periodo storico, Galileo fu un rivoluzionario, ma anche figlio del suo tempo. Introdusse il metodo scientifico sperimentale, basato sull'interpretazione matematica della realtà, coltivò i suoi interessi letterari e artistici, ispirandosi a Dante, Tasso, Ariosto e disegnando con talento la superficie lunare, scrisse in Italiano non in latino, affinché il suo lavoro raggiungesse un pubblico più ampio, lottò per la libertà di pensiero, sicuro che la razionalità avrebbe trionfato e le evidenze scientifiche sarebbero state accettate.

La copertina del libro di Mario Livio

Galileo nacque in una famiglia borghese non facoltosa, il padre era un musicista e la madre veniva da una famiglia di commercianti tessili. Gli studi classici, gli esperimenti con le diverse tonalità delle corde fatti da bambino con il padre, l'interesse per la geometria Euclidea, gli permisero di diventare un giovane eclettico con l'amore per la sperimentazione e la consapevolezza che la matematica era lo strumento adatto per descrivere i fenomeni naturali. Si iscrisse a medicina, ma non terminò l'università. Si dedicò invece allo studio di Archimede e dal 1589 al 1592 divenne professore di matematica a Pisa. In questo periodo, Galileo studiò la caduta dei corpi, dimostrando che quello che affermava Aristotele era falso: la velocità di caduta di un corpo non dipendeva dalla sua massa. Forse non gettò nessuna "palla" dalla Torre di Pisa, ma seppe usare il suo ingegno per stimare meglio i tempi di caduta dei corpi facendoli scivolare su un piano inclinato e descrisse questo moto matematicamente. Grazie a Galileo, la matematica divenne il linguaggio con cui esprimere le leggi naturali. Andò quindi a insegnare a Padova dal 1592 al 1610. Qui completò le sue ricerche di meccanica e concluse che esisteva una proporzionalità diretta tra lo spazio percorso da un corpo che cade e il quadrato del tempo di caduta. Galileo aveva sperimentalmente dimostrato che Aristotele si sbagliava...
Nel 1596 Keplero, il grande astronomo tedesco, pubblicò un libro in cui sosteneva che i pianeti orbitassero intorno al Sole, come affermava la visione eliocentrica di Copernico, proposta all'inizio del 1500. Keplero e Galileo iniziarono uno scambio epistolare e nel 1604, la comparsa di una nuova stella ben visibile nei cieli italiani, una supernova, li spinse verso la "pericolosa" avventura che nel 1600 aveva condotto al rogo Giordano Bruno. Entrambi stavano sostenendo delle teorie non in accordo con il modello cosmologico geogentrico, tolemaico-aristotelico, sposato dalla chiesa cattolica. Galileo si apprestava inoltre a lasciare Padova per Firenze, dove si trasferì nel 1610. Qui il granduca Cosimo II dei Medici gli offriva un salario più alto, ma nel granducato di Toscana era più vulnerabile al controllo della chiesa e dell'inquisizione.
Prima di andare a Firenza, grazie all'aiuto dei mastri vetrai di Venezia, costruì un ottimo cannocchiale, e questo cambiò tutto. Galileo aveva in mano un telescopio 8X, il "perspicillum"! Tra la fine del 1609 e l'inizio del 1610 fece scoperte sensazionali e diventò una celebrità in tutta Europa. Galileo descrisse la superficie irregolare della Luna, "aspra e montuosa", le molte stelle della Via Lattea, le quattro lune di Giove ("i satelliti medicei"), le fasi di Venere e la strana forma di Saturno. Pubblicò il Sidereus Nuncius e fu subito chiaro che il modello geogentrico tolemaico-aristotelico stava vacillando. Oggi sappiamo che Giove ha 79 satelliti, ma quei primi quattro osservati da Galileo mandarono in pezzi l'idea di Universo che aveva dominato fino a quel momento. La Terra non era più il centro, si muoveva come tutti gli altri pianeti intorno alla sua stella, il Sole. Giove con i suoi satelliti era solo una delle prove. Galileo cominciò a raccogliere prove sperimentali, a descriverle, a studiare i movimenti dei pianeti, dei satelliti, a pubblicare libri e lettere, a discutere con altri studiosi, favorevoli e contrari alla nuova teoria eliocentrica. Era nata la scienza moderna.

Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo

L'osservazione e l'interpretazione delle macchie solari permisero a Galileo di dimostrare che altri corpi celesti, come la Terra, ruotano su se stessi e che le leggi che valgono sulla Terra valgono anche "nei cieli". Il modello eliocentrico di Copernico aveva tolto la Terra dal centro dell'Universo e Galileo stava cercando di diffondere le nuove conoscenze, invitando tutti a fare osservazioni con i telescopi. Ma c'erano altri da convincere...
Il modello eliocentrico non solo toglieva la Terra dal centro dell'Universo, ma, secondo il principio copernicano, la specie umana stessa non aveva nulla di speciale rispetto al mondo fisico in cui era inserita. La chiesa cattolica e i suoi astronomi capirono che la rivoluzione copernicana non avrebbe tardato ad affermarsi. Tuttavia, quello che la chiesa non poteva proprio accettare era il tentativo di Galileo di convincere il mondo che le sacre scritture non dovevano essere interpretate letteralmente. Era questo il periodo della controriforma, la chiesa romana rivendicava la sua assoluta autorità nell'interpretazione della bibbia. Nel fare questo, tuttavia, l'inquisizione perseguitò tutti coloro che sostenevano il modello eliocentrico. Galileo, consigliato anche da molti amici, capì che era necessario essere prudenti. Scrisse la Lettera a Benedetto Castelli, un monaco matematico suo discepolo, con l'intenzione di sostenere la separazione tra religione e scienza, ma il suo tentativo di separare i due ambiti non solo non sortì l'esito sperato, ma determinò il precipitare degli eventi. Gli inquisitori e gli oppositori di Galileo non prestarono attenzione alle prove scientifiche da lui raccolte e descritte. Il tribunale dell'inquisizione e il santo uffizio conclusero che l'affermazione secondo cui il Sole era al centro del sistema solare era da considerare "folle ed eretica". Condannarono Galileo a non scrivere più nulla sulla teoria eliocentrica e a non insegnarla. Era il 1616, Galileo per una quindicina di anni continuò a studiare e a scrivere, senza troppo clamore. Nel 1632, dopo aver ottenuto l'imprimatur ecclesiastico pubblicò Il Dialogo, in cui tre personaggi discutono dei vari modelli cosmologici presenti all'epoca. Nonostante fosse stato dato il permesso per la pubblicazione, il tribunale dell'inquisizione mise all'indice il libro. I libri di Copernico e Galileo rimasero proibiti per la chiesa cattolica fino al 1835. Dall'aprile al giugno 1633 Galileo fu processato, costretto ad abiurare e agli arresti domiciliari. Era malato, provato e in ginocchio davanti agli inquisitori dovette affermare che avrebbe abbandonato per sempre "le false opinioni" che aveva difeso nei suoi libri e che aveva scientificamente dimostrato. La leggenda vuole che uscendo dal tribunale abbia pronunciato la famosa frase Eppur si muove. Galileo morì cieco e ancora agli arresti domiciliari l'8 gennaio 1642.
Nel 1941 l'accademia pontificia delle scienze tentò di scrivere una "nuova biografia" di Galileo in occasione dei trecento anni dalla sua morte. Il tentativo fallì. Bisognerà aspettare il 1992 perché la chiesa riconosca i suoi errori. Più di 350 anni dopo, Galileo fu riabilitato.
L'autore di questo libro su Galileo ci fa riflettere su quanto sia stata importante la sua battaglia per la libertà intellettuale e la verità scientifica. Nel ventunesimo secolo la storia di Galileo non deve essere dimenticata. Viviamo, infatti, in una società in cui esistono i "negazionisti" delle cause antropiche del cambiamento climatico e del riscaldamento globale, i "negazionisti" dell'evoluzione biologica, i "negazionisti" dell'epidemia di coronavirus, i "negazionisti" dell'efficacia dei vaccini.
La scienza procede con lo studio di un argomento, la formulazione di ipotesi, la realizzazione di esperimenti, la raccolta e l'analisi dei dati, come Galileo ci ha insegnato. I risultati ottenuti vengono discussi in congressi scientifici e pubblicati in riviste specializzate dopo una lettura attenta e critica da parte di scienziati esperti di quel particolare argomento. Questa è la scienza, capirla e studiarla è un'avventura appagante e unica. Ricordiamoci, allora, di studiare e capire i dati a disposizione prima di formulare un nostro parere su un argomento scientifico!

Referenze

Mario Livio "Galileo and the science deniers" 2020, Simon and Schuster

Mario Livio

Galileo and the Science Deniers by Mario Livio (+ Plus Magazine)

Manuela Casasoli (manuela_casasoli@yahoo.it)