Gravidanza e salute del nascituro
Cari ragazzi studiando la formazione dello zigote e dell'embrione siete stati impressionati dal processo che da una singola cellula porta allo sviluppo
in nove mesi di un
intero organismo umano. È un processo che ha affascinato molti prima di voi e la biologia dello sviluppo è un campo
di studio complesso, dove, tuttavia, le conoscenze progrediscono molto velocemente. È facile capire che durante il delicato e complesso sviluppo di un
embrione anche la minima interferenza può avere conseguenze molto gravi sul nascituro. Per questo motivo i nove mesi di gestazione sono un periodo
delicato durante il quale la donna deve assumere comportamenti molto responsabili che tengano sempre conto degli effetti sul bambino che si sta
sviluppando nel suo utero. Infatti, risultati recenti evidenziano che, nonostante molti disordini psichici abbiano una base genetica, un'alterata espressione
genica durante metà della gestazione può influire sul normale sviluppo neuronale del bambino. Ciò significa che l'ambiente uterino
può essere determinante per il decorso di una sindrome psichica, per la quale si è geneticamente predisposti. Questi disturbi sono spesso caratteri
quantitativi, cioè il loro fenotipo è la somma di effetti genetici e ambientali. Un disturbo può, allora, svilupparsi in forma
più o meno grave a seconda di quello che è successo durante la vita uterina.
Una di queste condizioni è il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD, Attention Deficit
Hyperactivity Disorder).
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Alcuni articoli scientifici, recentemente pubblicati, dimostrano un legame tra quello che succede durante la vita embrionale e il successivo sviluppo dell'ADHD. In uno di questi studi è stato misurato il contenuto di cotinina, un metabolita della nicotina, nel sangue della madre e messo in relazione con la probabilità del bambino di avere una diagnosi di ADHD. I ricercatori hanno concluso che le madri che fumano durante la gravidanza e hanno un livello elevato di cotinina nel loro sangue hanno anche una probabilità tre volte maggiore rispetto alle madri non fumatrici di vedere il proprio figlio affetto da ADHD. Lo studio è stato condotto in Finlandia, dove, da un'indagine svolta nel 2017, ben il 12,5 % delle donne continua a fumare durante la gravidanza, nonostante siano ben noti gli effetti negativi sullo sviluppo dell'embrione. Lo studio ha coinvolto più di mille casi di ADHD nati tra il 1998 e il 1999 e altrettante analisi del contenuto di cotinina nel sangue delle madri. Questo metabolita della nicotina tiene conto anche dell'esposizione al fumo passivo. Per quanto si tratti di una semplice correlazione tra i dati, è importante notare che questo non è il solo studio che metta in relazione questi due fenomeni. La ricerca ha usato come controllo un campione altrettanto numeroso di madri, casualmente selezionate dal registro nazionale delle nascite finlandesi. Il contenuto di cotinina è stato misurato nel sangue raccolto durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza. In un'altra ricerca, la stessa sindrome ADHD è risultata più frequente in bambini nati da madri che consumavano alcool durante la gravidanza. Anche in questo caso, non si tratta di uno studio singolo e, considerati gli effetti neurotropici dell'alcool, le conseguenze negative sullo sviluppo neuronale dell'embrione erano abbastanza prevedibili.
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Gli scienziati hanno costruito dei modelli animali, con topi da laboratorio, che permettono di studiare in particolare gli effetti della nicotina assunta durante
la vita uterina. Hanno osservato che i neuroni più influenzati sono quelli del circuito della dopamina. Come sapete, questo neurotrasmettitore media
le senzazioni di gratificazione ed è per questo coinvolto anche nella dipendenza. I bambini che sono stati esposti a nicotina durante la
permanenza in utero nascono con una forma di dipendenza da questa sostanza. I ricercatori stanno cercando di sviluppare una terapia che possa
far regredire la dipendenza da nicotina alla nascita. La loro strategia è semplice a dirsi. Così come la nicotina altera l'espressione dei geni, portando
per esempio a una maggiore esposizione dei neuroni embrionali alla dopamina,
così si potrebbe bloccare l'espressione di questi geni usando un fenomeno che si chiama interferenza
ad RNA (RNA interference). Un RNA complementare al messaggero da inibire viene introdotto nella cellula e in questo modo si blocca l'espressione del
gene desiderato prima che il suo mRNA venga tradotto.
Oggi le tecniche di ingegneria genetica ci consentono di ottenere risultati come questi, ma è spontanea una riflessione. Se si decide di avere un bambino,
forse converrebbe volergli bene fin dall'inzio e semplicemente non fumare. Che ne dite?
Manuela Casasoli (manuela_casasoli@yahoo.it)