Luigi Luca Cavalli-Sforza

Cari ragazzi il 31 agosto 2018 all'età di 96 anni è morto Luigi Luca Cavalli-Sforza. Conoscete il nome, perché, insieme a suo figlio Francesco, è l'autore del nostro libro di scienze. È stato uno dei più grandi genetisti degli ultimi decenni e ho aspettato invano un servizio sui telegiornali nazionali che lo ricordasse. Mi è dispiaciuto molto che non sia stato trasmesso nulla. Per questo ho deciso di ricordarlo con questo approfondimento, che trae spunto da riviste scientifiche in rete dove, invece, è stato giustamente ricordato.
Ci sono una sua frase e un suo risultato scientifico che ci permettono di capire chi fosse. La frase detta durante un'intervista rivolta a ragazzi della vostra età recita "Capire l'evoluzione è importantissimo perché significa capire da dove veniamo e come siamo arrivati fino a qui, che cosa abbiamo fatto per strada, e quindi in sostanza chi siamo. Capire la nostra storia ci aiuta a capire dove stiamo andando". Il risultato scientifico del lavoro di Luigi Luca Cavalli-Sforza da ricordare è la decostruzione del concetto di razza in Homo sapiens. Come vedremo, il suo lavoro sulla genetica delle popolazioni umane ha messo in relazione geni, cultura e lingue, permettendo di tracciare in maniera pluridisciplinare le migrazioni umane dall'Africa verso il resto del globo. Per il suo alto contributo scientifico nel 2002 è stato insignito del premio Kistler. Questo premio è un riconoscimento per ricerche innovative che hanno saputo collegare il genoma umano con la società umana.

Immagine ripresa dal video "Luigi Luca Cavalli-Sforza presenta la mostra Homo sapiens"
2002 Kistler Prize: Luigi Luca Cavalli-Sforza Acceptance Speech

Luigi Luca Cavalli-Sforza ha lavorato negli Stati Uniti presso la prestigiosa università californiana di Stanford. Grazie alla genetica e alla statistica, è riuscito a studiare la variabilità di geni contenuti nel cromosoma sessuale Y. Con questi dati ha ricostruito l'origine comune di Homo sapiens in Africa del sud, prima che i nostri antenati lasciassero questo continente a più riprese per colonizzare l'intero pianeta (leggi anche Homo sapiens: tutta una serie di circostanze). Sulla base degli studi condotti da Cavalli-Sforza, l'università di Stanford ha finanziato un progetto internazionale chiamato Human Genome Diversity Project (HGDP) che aveva come obiettivo quello di usare la genetica per capire l'evoluzione e le migrazioni di Homo sapiens. È proprio con la realizzazione di questo progetto che Cavalli-Sforza ha dato seguito ad una delle tante idee visionarie di Charles Darwin. Quest'ultimo, infatti, aveva ipotizzato che ci potesse essere una sovrapposizione tra l'albero genetico delle popolazioni umane, ricostruito mediante la variabilità delle strutture biologiche, e quello genealogico delle lingue, ricostruito, invece, mediante la variabilità delle culture umane. Un sogno per Darwin, una realtà per Cavalli-Sforza che ha potuto contare sulle sequenze di DNA di migliaia di individui provenienti da 51 popolazioni di tutto il mondo. Grazie a questo progetto, per la prima volta sono stati confrontati i dati genetici con quelli linguistici e culturali.
Uno dei primi risultati ottenuti dall'analisi della diversità genetica umana è stato l'infondatezza del concetto di razza. Se fenotipicamente è facile distinguere un caucasico, da un cinese o da un africano, geneticamente non esiste nessuna popolazione che manchi completamente di qualche carattere o abbia l'esclusiva presenza di una data peculiarità genetica. In altri termini, non ci sono differenze genetiche sostanziali tra un caucasico, un europeo, un africano o un qualsiasi altro individuo appartenente alla specie Homo sapiens. Siamo tutti della stessa identica "razza"! Ci sono popolazioni diverse, sì, ma nessuna razza distinta. Il concetto di razza non esiste da un punto di vista genetico!

The history and geography of human genes by Luigi Luca Cavalli-Sforza

Dagli studi di Cavalli-Sforza sono nate diverse linee di ricerca che hanno permesso di confermare l'origine africana di Homo sapiens. Tutti gli uomini attualmente viventi sulla Terra hanno antenati comuni che si sono evoluti nel continente africano. Studiando la variabilità genetica delle popolazioni mondiali associata alle migrazioni, il gruppo di Cavalli-Sforza ha dimostrato che a ogni passaggio migratorio tale variabilità diminuiva. Conseguentemente, le popolazioni africane attuali sono quelle che, avendo dato origine a tutte le altre, mantengono il grado più elevato di diversità genetica. Un altro risultato d'interesse è stato quello di aver dimostrato che anche la deriva genetica, cioè il caso, ha svolto un ruolo importante nell'evoluzione delle popolazioni umane. Molte differenze genetiche tra le popolazioni sono dovute semplicemente ad una variazione casuale delle frequenze geniche.
La sovrapposizione tra l'albero evolutivo e quello linguistico è, però, senza dubbio il risultato di maggior rilievo ottenuto dal lavoro di Cavalli-Sforza. È stato il primo ad avvicinare linguisti, antropologi e genetisti. Ha costruito in questo modo il primo albero genealogico dell'umanità basato non solo su dati genetici, ma anche archeologici e linguistici. Il suo libro "Geni, popoli e lingue" riassume con maestria questa grande avventura scientifica. L'uomo moderno si è, quindi, evoluto in Africa e ha iniziato la sua grande migrazione 100000 anni fa, le lingue che parla si sono differenziate parallelamente alla differenziazione genetica e l'albero genealogico biologico coincide con quello culturale. I nostri geni e la nostra cultura sono quindi il frutto di migrazioni che hanno contraddistinto la nostra specie fin dall'inizio della sua storia. Come afferma Telmo Pievani: "Le popolazioni umane migrano, per necessità o per scelta, da milioni di anni. È così che ci siamo evoluti. Homo sapiens ha conquistato una libertà di migrare che riguarda potenzialmente ogni individuo della specie, libertà affermata dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani firmata a Parigi il 10 dicembre 1948.". Le razze non esistono e siamo migranti da due milioni di anni! Ecco cosa ci ha insegnato Luigi Luca Cavalli-Sforza e per questo lo ringraziamo.

Referenze e sitografia

L'eredità nella ricerca genetica di Cavalli-Sforza

Cavalli-Sforza (2005) The Human Genome Diversity Project: past, present and future, Nature Reviews Genetics, 6: 333-340.

Idee per la Didattica - Ricordando Luigi Luca Cavalli Sforza - A cura di Angela Colli.

Geni, popolazioni e lingue

Migranti, da due milioni di anni

Le grandi domande di Luigi Luca Cavalli-Sforza

Manuela Casasoli (manuela_casasoli@yahoo.it)