Time is running out...

Cari ragazzi vi ricordate l'accordo di Parigi del 2015 sul clima? Ne avevamo parlato quando eravate dei "pischelli" della prima (leggi anche COP 21: è un buon accordo o no?). A che punto siamo dopo tre anni da quello che venne considerato un accordo storico? Alcuni dicono che le energie rinnovabili stanno assumendo un ruolo di primo piano, altri che siamo ancora troppo dipendenti dai combustibili fossili. Chi ha ragione? Probabilmente entrambi. Gli scienziati, intanto, continuano ad affermare che, considerata la situazione attuale, gli obiettivi di Parigi non saranno raggiungibili...
Se da un lato il prezzo dei pannelli solari, delle turbine a vento e delle batterie al litio si sta abbassando permettendo una diffusione più ampia delle soluzioni ecologiche basate su queste tecnologie, è pur vero che i combustibili fossili restano la fonte energetica primaria per tutti gli stati. È proprio questo il grande problema. Dal 2014 al 2016 le emissioni di anidride carbonica mondiale sono rimaste piuttosto stabili, ma nel 2017 sono tornate a crescere del 2 %. Così l'ambizioso traguardo di contenere il riscaldamento globale sotto 1,5 - 2°C entro il 2100, non solo non sarà raggiungibile, ma, considerato il nuovo picco nelle emissioni di anidride carbonica, la temperatura media aumenterà di 3°C prima della fine del secolo.

Emissioni di anidride carbonica dal 2008 al 2017 (Immagine ripresa da Tollefson, 2018)

La buona notizia, tuttavia, sembra essere che tutti i paesi del mondo sanno perfettamente che devono "fare di più" e gli investimenti nelle energie rinnovabili stanno aumentando in maniera significativa, soprattutto in quei paesi, come la Cina e l'India, che, dato il loro ritmo di sviluppo economico, stanno diventando i nuovi campioni di inquinamento. Perché le emissioni sono rimaste stabili per tre anni per poi ritornare a salire nel 2017?
I costi del solare e dell'eolico sono diminuiti e le batterie al litio sono diventate più efficienti. Questo ha determinato un ciclo virtuoso che ha portato paesi come gli Stati Uniti e la Cina, due dei maggiori responsabili delle emissioni di anidride carbonica, a fare passi avanti verso le rinnovabili. Negli Stati Uniti, le emissioni di anidride carbonica sono diminuite del 13 % dal 2005 e nel 2017 si è avuto il record di produzione energetica tramite le rinnovabili. D'altro canto, gli investimenti in Cina per l'energia rinnovabile continuano a crescere.
Qualcosa, però, non torna. Infatti, negli Stati Uniti, per esempio, la diminuzione di emissioni è dovuta principalmente al passaggio dal carbone al gas naturale, il metano. Di fatto, questo cambiamento non va completamente nella direzione di un abbattimento delle emissioni a lungo termine. In Cina, del resto, per far fronte alla crescita economica e soddisfare la sempre maggiore richiesta di energia, le centrali a carbone sono sì diventate più efficienti, ma hanno continuato ad emettere anidride carbonica. In definitiva, la percentuale di energia ottenuta dalle fonti rinnovabili e pulite aumenta, ma ad aumentare è anche la richiesta energetica, che, in ultima analisi, viene soddisfatta con carbone e gas naturale. Facendo, quindi, il bilancio globale, le emissioni aumentano.
C'è anche un altro fattore. L'India e molti paesi in via di sviluppo hanno aumentato il loro ritmo di crescita. In questi paesi i combustibili fossili sono di gran lunga la fonte energetica meno costosa e, quindi, quella preferita. Conseguentemente, lo sviluppo economico in questi paesi porta ad un aumento della CO2 rilasciata nell'atmosfera. Tutto ciò è alla base dell'aumento delle emissioni globali del 2 % nel 2017. Cosa fare?

Previsioni future sull'innalzamento della temperatura media della Terra (Immagine ripresa da Tollefson, 2018).

Resta veramente poco tempo per riuscire a tenere sotto controllo le emissioni. Il mondo scientifico lo dice, anzi lo "urla", da decenni. Quanto tempo ci resta? Come si fa ad invertire la rotta? Gli obiettivi di Parigi 2015 non sono al momento a portata di mano, a meno che non si metta in atto un sistema di sequestro dell'anidride carbonica dalla nostra atmosfera. Sono molti i gruppi di ricerca che stanno lavorando a tecnologie innovative per riassorbire la CO2 emessa direttamente dall'atmosfera. Bisogna allora sperare che queste ricerche diano presto risultati applicabili su larga scala e che le intenzioni della Cina siano serie. La Cina, infatti, ha recentemente presentato un piano secondo il quale dovrebbe raggiungere 200 gigawatts di potenza forniti dal solo fotovoltaico entro il 2020. Per capire l'entità dell'obiettivo prefissato, basti pensare che la produzione mondiale di energia mediante il fotovoltaico era di circa 300 gigawatts nel 2016, sufficiente a coprire l'1,8 % del fabbisogno globale (da Wikipedia). Lo sforzo che sta compiendo la Cina è assolutamente encomiabile considerati anche gli investimenti nella ricerca per lo sviluppo di pannelli solari di nuova generazione, molto più efficienti e sostenibili. L'obiettivo del suo programma è rendere l'energia solare meno costosa di quella ottenuta dai combustibili fossili e quindi far sì che sia economicamente vantaggioso passare alle rinnovabili.
Purtroppo, anche questo sforzo non sarà sufficiente per raggiungere gli obiettivi di Parigi 2015. Infatti, Cina, India, USA, Europa, Canada e tutti gli altri continueranno ad emettere CO2. Ed è questo il grosso problema. Una riduzione significativa delle emissioni di carbonio potrà avvenire solo con scelte drastiche: fermare del tutto gli investimenti per l'esplorazione e la produzione di combustibili fossili, gas naturale compreso ovviamente, e chiudere tutte le strutture esistenti. Non sarà facile, ma qualcuno dovrà pur dirlo che è l'unica via da prendere. Mentre gli USA si ritirano dai patti di Parigi e la Cina si impegna al massimo per l'energia solare aumentando però le sue emissioni, alcune città italiane sono tra le più inquinate d'Europa. Servono urgentemente un'economia sostenibile e una transizione energetica decisa e veloce verso fonti non inquinanti. Le nuove generazioni saranno più brave delle vecchie nel realizzare tutto questo? Non resta loro che questa possibilità...

Referenze

Jeff Tollefson (2018) Carbon's future in black and white. Nature, 556: 422 - 425.

Can the world kick its fossil-fuel addiction fast enough?

Jewell et al. (2018) Limited emission reductions from fuel subsidy removal except in energy-exporting regions. Nature 554: 229 - 233.

Climate talks are not enough.

Manuela Casasoli (manuela_casasoli@yahoo.it)