Grazie Prof. Umberto Veronesi
Cari ragazzi questo approfondimento è dedicato a Giacomo Puglielli e Andrea Rossi perché sono due menti
scientifiche che stanno "bien mielinizzando" e si esaltano quando hanno sotto mano un dispositivo digitale!
Lo scorso 8 novembre all'età di 90 anni è morto Umberto Veronesi. Matteo Venturelli della classe
3a D vuole sapere chi fosse e capire cosa ha fatto.
Il Prof. Umberto Veronesi era un medico-scienziato
molto attivo anche come cittadino, tanto da diventare ministro della sanità e senatore della Repubblica Italiana.
Aveva a cuore il paziente come uomo prima che come malato ed ha dedicato gran parte della sua carriera scientifica alla cura del
tumore al seno, cercando soluzioni che potessero garantire non solo la sopravvivenza della donna, ma anche il minimo
impatto psicologico dell'intervento al seno.
Ma il Prof. Veronesi non si è limitato a fare buona scienza, salvando la vita a molte donne, ha voluto
anche diffondere le sue idee affinchè il nostro paese fosse più avanzato dal punto di vista scientifico ed
evoluto dal punto di vista civile. È con queste finalità che Veronesi si è occupato di eutanasia,
aborto, condizione della donna, bioetica, omosessualità, OGM e migranti.
È riuscito oppure no a lasciare un segno nella mente dei suoi concittadini? Sicuramente le ha provate tutte. Ai suoi più
stretti collaboratori ripeteva "Andate avanti, perché il mondo ha bisogno di scienza e ragione". È ciò che
ho l'ambizione di comunicarvi anche io, cari ragazzi, parlando di Umberto Veronesi.
Umberto Veronesi (Milano, 28 novembre 1925 - Milano, 8 novembre 2016) (http://traveldifferent.it/wp-content/uploads/2012/03/MG_0669-e1332614384818.jpg) |
Ho preso spunto dal suo blog per riportarvi alcune sue riflessioni che ci permettono di capire meglio il suo pensiero e le idee che difendeva.
Lo scorso 26 febbraio 2016 scriveva così sull'etica nella scienza:
"Le magnifiche sorti e progressive". Uno dei nostri più grandi poeti, Giacomo Leopardi, lo diceva con amara ironia, criticando
l'ottimismo dell'Ottocento, secolo "superbo e sciocco" che proprio nel progresso scientifico vedeva il futuro dell'umanità.
Ma il Novecento, secolo "breve" e terribile che ha visto due guerre mondiali, la bomba atomica e gli stermini di massa, ci ha guarito
per sempre dalla superbia e dallo sciocco ottimismo. Negli ultimi settant'anni c'è stata un'esaltante accelerazione delle
scoperte scientifiche, ma la scienza ha trovato proprio nel metodo scientifico l'antidoto ai trionfalismi:
la scienza procede per tentativi e per errori, si appoggia al dubbio sistematico, non si stanca di verifiche che possono anche
far crollare i presupposti di un percorso completato con fatica. Infine, la scienza riflette su se stessa. Con queste parole
annunciava l'iniziativa di una nuova rivista pubblicata dalla Fondazione Umberto Veronesi ("The Future of Science and Ethics") incentrata
sul dibattito relativo alle grandi tematiche della medicina, della scienza e della società moderne, dal consenso informato, al
diritto all'autodeterminazione, al testamento biologico, alla fecondazione assistita, alla non discriminazione degli
omosessuali.
Il 7 luglio 2016 Umberto Veronesi scriveva così in difesa dell'eutanasia,
da lui definita la "cura" suprema dell'uomo che soffre:
"Difendo il diritto di morire e respingo il preteso valore morale della sofferenza. Ma servono regole a garanzia di tutti, anche di chi non
la pensa così"..."Non possiamo continuare a ignorare la tragedia silenziosa di quelle che sono state chiamate
"le cattive morti evitabili", e non possiamo continuare a negare all'individuo il diritto di decidere come morire.
Le tecnologie biomediche, segno del progresso in favore dell'uomo, non possono e non devono trasformarsi in qualcosa che invece
va contro l'uomo e la sua libertà, posticipando, dilatando, sospendendo e a volte perfino invertendo il naturale processo del morire.
Se un malato è inguaribile, afflitto da sofferenze non controllabili, ed è avviato irreversibilmente alla morte,
la sua richiesta di eutanasia non può essere ignorata, e deve essere accolta."
Nel suo ultimo "post" di novembre 2016, poco prima di morire, parla di migranti: "Ricordate? Nel 2012 l'Unione Europea ebbe il premio Nobel
per la pace. La motivazione diceva: "Da oltre sessant'anni contribuisce a promuovere pace, riconciliazione, democrazia e diritti umani
in Europa". Sono passati solo quattro anni e i diritti umani si sono trasformati nell'infernale accampamento di Calais da cui si stanno
cacciando i profughi con la forza, nel muro che si sta costruendo in Ungheria, nelle frontiere da cui non si passa più,
nei "respingimenti" in mare, che riconsegnano i disperati alla morte da cui fuggivano. Non possiamo nasconderci che l'Europa è
profondamente cambiata in peggio, e che cambierà ancora, soprattutto se farà breccia tra la gente il "sacro" egoismo
evocato dai politici più retrivi."
La
Fondazione Umberto Veronesi non promuove solo la ricerca medico-scientifica, ma anche una vasta e illuminata divulgazione scientifica. (https://www.retedeldono.it/sites/default/files/images/foto-onlus/xFUV-PAYOFF_rgb_0.png.pagespeed.ic.LuUmkyidaD.png) |
Andando un po' indietro, ho trovato una sua riflessione sull'invecchiamento che risale al 2013. Pur consapevole, da scienziato, che la
morte è un imperativo biologico per far posto alle generazioni future e permettere l'evoluzione delle specie, Umberto Veronesi aveva
quattro segreti per invecchiare bene:
"Il primo è quello di un atteggiamento di accettazione. Si rifà al taoismo e alle filosofie orientali, e consiste
nell'accettare i cambiamenti che il trascorrere degli anni porta con sé. Se ci trovassimo davanti alla mitica fontana della giovinezza,
è proprio sicuro che un uomo di cinquant'anni ne berrebbe l'acqua per ritrovare il se stesso ventenne? Ritroverebbe la prestanza,
ma perderebbe un tesoro di esperienza, compresa la personalità che si è forgiata con fatica in anni e anni di vita e
di battaglie. Il secondo segreto è una vita attiva. Non impigrirsi, muoversi e camminare, portare piccoli carichi,
tenere in efficienza il corpo. Alla vita attiva bisogna accompagnare una giusta alimentazione, di quantità moderata e
in gran parte composta di frutta e verdura. Il terzo segreto è continuare ad amare, con il cuore e con il corpo.
La sessualità è programmata per funzionare sino alla fine, ed è incomprensibile e sbagliato rinunziarvi.
Non solo fa bene alla mente perché ci relaziona strettamente con un altro essere, ma fa bene al corpo fisico.
In più, gli ormoni e i neurotrasmettitori, importanti per la vivacità, vengono stimolati dal vigore sessuale.
L'ultimo segreto è la curiosità. Qualunque sia la tua età, io mi auguro che tu la stia affrontando con
il desiderio di conoscerne i dettagli, i fattori positivi, i segreti meravigliosi ancora da scoprire. Il più forte motore
dell'esistenza è essere curiosi, sempre. L'interazione tra mente e corpo è intensa e profonda. Che nel cervello esista
una piccola componente d'invecchiamento è vero, ma è variabile, e si dà il caso che esistano anche alterazioni "mute",
che non danno conseguenze. Il cervello impara sempre, immagazzina dati ed emozioni, è la più bella forma di
evoluzione che ci sia dato conoscere. Il cervello "tiene su" il corpo e contrasta le menomazioni."
Il contributo più importante di Umberto Veronesi alla medicina è la quadrantectomia per l'asportazione del tumore al
seno. La strategia di Umberto Veronesi è stata quella dell'utilizzo dei test randomizzati per passare dal maximum tolerable al
minimum effective treatment. Cosa significa? Negli anni settanta del secolo scorso, iniziò una serie di studi in cui veniva
messa a confronto
la sopravvivenza al tumore al seno nelle donne a cui era stata
applicata la mastectomia, asportazione della mammella, e nelle donne a cui veniva invece asportato solo il tessuto tumorale, con un
intervento chirurgico conservativo. Questo tipo di intervento, in seguito denominato quadrantectomia, era più facilmente
accettabile dal punto di vista psicologico per la donna, permettendo la conservazione del seno. Ebbene, questi studi arrivarono alla conlcusione che
un tumore al seno, diagnosticato precocemente, quando ancora è un piccolo nodulo, può essere eliminato chirurgicamente
senza asportare la mammella. Una donna a cui sia stata applicata la quadrantectomia, sottoposta successivamente a radioterapia,
ha la stessa probabilità di sopravvivere di una donna
a cui sia stata applicata la mastectomia. Tuttavia, l'impatto psicologico dell'intervento di quadrantectomia è significativamente ridotto
rispetto a quello di mastectomia. Umberto Veronesi ha contribuito in maniera decisiva a diffondere la cultura della prevenzione tumorale, in
particolare diffondendo la pratica della mammografia come screening preventivo per la diagnosi di tumori al seno e salvando così
molte donne.
Sì, è stata proprio la scienza che ha guidato tutta la sua vita...
La scienza ha un linguaggio universale che permette il dialogo anche dove pare impossibile, si fonda sul rispetto delle posizioni altrui e
si nutre del dubbio e del rifiuto di ogni dogmatismo.
In questo senso, il progresso scientifico resta la risposta di un'umanità evoluta alle tentazioni retrograde e assolutistiche.
Manuela Casasoli (manuela_casasoli@yahoo.it)