Falsi miti duri a morire

Cari ragazzi la rivista Nature, una delle più prestigiose dal punto di vista scientifico, ha pubblicato un articolo in cui sono descritti alcuni miti duri a morire che voglio farvi conoscere. Medici e scienziati hanno anche indicato le "credenze popolari" ritenute più frustranti dal punto di vista scientifico. Tra queste ve ne cito due: 1) “i vaccini causano l'autismo”, non solo non ci sono prove scientifiche a supporto di questa affermazione, ma anzi è stato più volte dimostrato il contrario; 2) “l'omoepatia funziona”, tutti gli scienziati sanno perfettamente che non è vero. Perché queste false credenze persistono nell'opinione pubblica? È storia recente la fuga dai vaccini influenzali nell'autunno 2014 in Italia. Si è trattato di un comportamento irrazionale e dannoso per la salute pubblica, dettato dalla insensata presunzione di molti ignoranti, che non sanno di non sapere!
Veniamo all'articolo di Nature e ai 5 miti da sfatare!

MYTH 1: SCREENING SAVES LIVES FOR ALL TYPES OF CANCER
Esistono alcuni tipi di cancro, quello al polmone, al cervello, al colon, per i quali uno screening regolare, finalizzato all'individuazione precoce del tumore, può salvare la vita del paziente perché il tumore può essere bloccato in una fase precoce, prima che diventi maligno. Esistono, tuttavia, altri tipi di cancro, come quelli alla tiroide, alla prostata e al seno, per i quali lo screening precoce non porta ad un aumento significativo di vite salvate. Perché? La risposta è da ricercare nella notevole diversità biologica con cui questa malattia si presenta. Da una parte, esistono infatti tumori molto aggressivi, il cui decorso è purtroppo fatale indipendentemente dal momento in cui venga effettuata la diagnosi. D'altro canto, esistono tumori cosiddetti lenti, dai quali si guarisce con elevata probabilità, anche se la diagnosi non è stata precoce.
Gli screening di massa sono a volte inutili e in questi casi portano solo ad uno spreco di risorse finanziarie. Non solo. Molti confondono il “fare lo screening” con la vera prevenzione anti-cancro. Eseguire un'analisi precoce non varia il rischio di avere un cancro, mentre mangiare bene e fare esercizio fisico, sì!

I falsi miti sono difficili da contrastare e conducono spesso a scelte
dannose per la società e anche per la salute di chi li segue.
(http://www.west-info.eu/files/BUFALE.jpg)

MYTH 2: ANTIOXIDANTS ARE GOOD AND FREE RADICALS ARE BAD
Tra le cause dell'invecchiamento cellulare ci sono i radicali liberi. Prodotti dal metabolismo respiratorio cellulare, queste molecole molto reattive, in quanto potenti ossidanti, danneggiano, per esempio, le membrane cellulari. Le molecole antiossidanti, che si oppongono all'azione dei radicali liberi, sono diventati quindi la panacea per contrastare l'invecchiamento. In una società in cui il culto dell'immagine e il mito dell'eterna giovinezza dettano legge, c'è chi ha fiutato l'affare! L'industria degli integratori alimentari contenenti prodotti antiossidanti (come beta-carotene e vitamina C) ha fatturato 2,1 miliardi di dollari negli USA nel 2013 e le previsioni dicono che ne fatturerà 3,1 nel 2020. Alcuni studi scientifici dimostrano che ratti che producono maggiori quantità di radicali liberi o antiossidanti non muoino e non vivono significativamente di più dei ratti normali. Altri studi sull'uomo hanno evidenziato che l'eccessiva assunzione di antiossidanti non ha effetti benefici. Eppure, nessuno ci sente. Gli scienziati sanno che i danni da radicali liberi rientrano in una fisiologica risposta allo stress e che invecchiamento e morte fanno parte del normale ciclo biologico di un organismo vivente. Una vita sana porta ad un invecchiamento sano, ma di certo non lo blocca, così come non lo bloccano quintali di antiossidanti!
MYTH 3: HUMANS HAVE EXCEPTIONALLY LARGE BRAINS
Alcuni pensano che le dimensioni e la densità neuronale del cervello umano siano la chiara spiegazione delle superiori capacità cognitive di Homo sapiens. Niente di più falso. Per quel che concerne la dimensione, questa rispetta in scala l'aumento delle nostre dimensioni corporee. I topi e i delfini, per esempio, hanno le stesse proporzioni tra cervello e taglia corporea dell'uomo. Alcuni uccelli hanno in proporzione un cervello più grande di quello umano. Se contiamo i neuroni, l'uomo ne ha in totale circa 86 miliardi, ma l'elefante 267 miliardi! Va bene, ma l'elefante ha un cervello grande... Ebbene se contiamo solo i neuroni della corteccia cerebrale, l'uomo ne ha circa 20 miliardi, ma i delfini 37 miliardi. Gli scienziati sanno che per cercare la base anatomica delle nostre capacità cognitive bisogna guardare le connessioni neuronali, l'organizzazione strutturale delle cellule nervose e non fare a gara a chi ha più neuroni!

Nel numero del 17 dicembre 2015, la rivista Nature fa una lista
di falsi miti particolarmente dannosi.
(http://pbs.twimg.com/media/CXQB1BzWQAAdAIj.jpg)

MYTH 4: INDIVIDUALS LEARN BEST WHEN TAUGHT IN THEIR PREFERRED LEARNING STYLE
Questo mito mi interessa molto, come insegnante! Secondo alcuni (compresi anche molti formatori degli insegnanti!) ognuno di noi apprende meglio se l'insegnamento è veicolato con un tipo di messaggio che si adatta al proprio stile di apprendimento. Per capirci, se una persona ha un'intelligenza verbale, le parole sono più efficaci di un'immagine, viceversa l'immagine sarà più efficace nel caso di una persona dotata di intelligenza visuale. Quella delle intelligenze multiple nell'insegnamento è una storia che sta preoccupando gli scienziati, perché in realtà non esiste nessuna prova scientifica seria che i metodi di insegnamento basati sugli stili di apprendimento degli alunni diano risultati migliori. Eppure anche nel mondo della psicologia dell'apprendimento l'idea c'è e persiste. Un insegnamento mediato da più canali comunicativi è stato provato essere efficace in molte situazioni, ma è insensato classificare i nostri studenti in base al loro “tipo di intelligenza”!
MYTH 5: THE HUMAN POPULATION IS GROWING EXPONENTIALLY (AND WE ARE DOOMED)
La popolazione mondiale non sta crescendo esponenzialmente e non è vero che non ci sarà cibo a sufficienza per tutti. La popolazione mondiale sta crescendo attualmente ad un ritmo che è la metà di quello esistente prima del 1965. Siamo 7,3 miliardi oggi e saremo, secondo le stime di crescita, 9,7 miliardi nel 2050. Matematicamente questa non è una crescita esponenziale, primo! Secondo, non è vero che non ci sarà abbastanza cibo. Semplicemente bisognerà ridistribuire il cibo in maniera più equa, evitare tutti gli sprechi alimentari del mondo occidentale e ripensare la produzione di cibo in maniera più sostenibile per il nostro pianeta. La questione non sarà la mancanza di cibo, ma un cambiamento di filosofia nella produzione e nel consumo di cibo!

Referenze

Megan Scudellari (2015) Myths that will not die. Nature: 528: 322-325.

L'articolo su Nature.

Manuela Casasoli (manuela_casasoli@yahoo.it)