Il cervello dei teenagers
Cari ragazzi sapete che il vostro cervello è un bel rompicapo per gli scienziati? Il cervello degli adolescenti,
infatti, funziona in maniera diversa da quello di un bambino o di un adulto. Ecco perché siete così strani!
I ricercatori ci dicono che il cervello dei teenagers è molto plastico, cioè si trasforma in risposta
all'ambiente. Questo permette agli adolescenti di sviluppare il proprio pensiero, di maturare nella socializzazione, ma al
tempo stesso li rende particolarmente vulnerabili.
I ricercatori hanno ormai capito che gli anni dell'adolescenza sono quelli del cosiddetto disallineamento. Infatti, da
una parte il
sistema limbico, che guida le emozioni, matura sempre prima, mentre dall'altra
le reti neuronali della corteccia prefrontale,
alla base del raziocinio e dell'autocontrollo, continuano a modificarsi fin oltre i 20 anni. Sapere quindi che il cervello
adolescenziale è biologicamente un'esplosione di emotività ancora poco guidata dal raziocinio,
non ci sorprende, ma dovrebbe
aiutare genitori, insegnanti e psicologi a capire meglio i comportamenti sopra le righe degli adolescenti, senza arrivare a
drammatizzare i loro eccessi. D'altronde, la consapevolezza di ciò che accade nel cervello dei teenagers,
può aiutare gli adulti ad impostare meglio azioni efficaci per prevenire il bullismo, la dipendenza da droghe,
gli incidenti stradali, le malattie sessualmente trasmissibili, le gravidanze indesiderate, la depressione, i suicidi.
Una caricatura del cervello degli adolescenti! Ovviamente è l'area dedicata all'amore quella più grande! (http://movingtraditions.org/wp-content/uploads/2013/09/Teen-Brain-jpg.jpg) |
Oggi, grazie all'imaging di risonanza magnetica (RM), è possibile studiare, in maniera sicura ed accurata, l'anatomia e
la fisiologia del cervello. I ricercatori stanno seguendo migliaia di persone e per la prima volta
siamo in grado di guardare cosa accade dentro il cervello durante le varie fasi della vita di un uomo!
Sappiamo ormai che durante l'adolescenza il cervello non diventa più grande, sono, invece, i neuroni che
diventano più interconnessi e più specializzati.
Le immagini del cervello dimostrano chiaramente che, dall'infanzia all'età adulta, aumenta la sostanza bianca,
cioè quella sostanza grassa che avvolge gli assoni e che, sappiamo, si chiama mielina. La mielinizzazione migliora
l'isolamento degli assoni, aumentando la velocità di conduzione degli impulsi nervosi, fino a 100 volte, e accelerando
l'elaborazione delle informazioni, fino a 30 volte rispetto ad assoni non mielinizzati. Dall'infanzia all'età adulta
la capacità computazionale del cervello aumenta di 3000 volte! Ma la mielina ha anche un altro ruolo. È, infatti,
coinvolta nella sincronizzazione e interconnessione delle varie parti del cervello,
fenomeni questi che rafforzano gli impulsi nervosi.
Questo è di importanza fondamentale
per l'apprendimento poiché solo i segnali che superano una certa soglia sono rinforzati e consolidati. È
così che il nostro cervello impara. La mielinizzazione, che continua fino ai 20 anni circa, potenzia quindi anche le capacità
di apprendimento del nostro cervello.
Durante l'adolescenza si ha non solo un significativo aumento della connettività, ma raggiunge il picco anche
la cosiddetta fase
di "pruning", quel processo per cui le connessioni cerebrali non utilizzate o inadatte, vengono eliminate,
mentre quelle usate con maggiore
frequenza si rafforzano (attenzione ragazzi a rinforzare i circuiti giusti!!!).
Tutto ciò viene osservato "in diretta" grazie alla tecnica RM e così oggi sappiamo che, mentre la
sostanza bianca aumenta, quella grigia, composta dai corpi cellulari dei neuroni e altre strutture non mielinizzate, raggiunge
il picco intorno ai dieci anni, diminuisce nel corso dell'adolescenza, si stabilizza in età adulta e poi declina con
l'invecchiamento.
Questa evoluzione con l'età della sostanza bianca e di quella grigia fa sì che durante l'adolescenza la corteccia prefrontale non funzioni
bene come da adulti. In particolare i teenagers hanno difficoltà a controllare gli impulsi e a valutare rischi e benefici
delle proprie azioni. Scientificamente si dice che gli adolescenti non hanno controllo sul funzionamento esecutivo. In parole
semplici, non sono capaci ancora di valutare bene le conseguenze delle proprie azioni.
Emozioni vs Controllo
(http://www.nature.com/scientificamerican/journal/v312/n6/images/scientificamerican0615-32-I4.jpg) |
Se da una parte la corteccia prefrontale non è affatto "matura" durante l'adolescenza, dall'altra il sistema limbico,
è in tumulto! Sotto la spinta degli ormoni sessuali, questo sistema, che regola emozioni e gratificazione, cambia
radicalmente con l'inizio della pubertà, intorno ai 10-12 anni.
È proprio il sistema limbico, che, interagendo con la corteccia
prefrontale ancora non matura, promuove la ricerca di novità, la propensione al rischio, l'interazione tra
pari. Dal punto di vista evolutivo, questo è un meccanismo vincente perché,
favorendo relazioni esterne al nucleo
familiare, diminuisce la probabilità di accoppiamenti consanguinei e determina una popolazione geneticamente più forte.
Ma nella nostra società, la ricerca di sensazioni forti, di accettazione da parte dei coetanei, di indipendenza dagli adulti,
può
portare un adolescente a correre seri rischi. Questa situazione perdura per molto tempo a causa dello
sfasamento di circa 10 anni tra
la maturazione del sistema limbico e quella della corteccia prefrontale.
Si tratta di dieci anni, tra l'altro in aumento per l'inizio sempre
più precoce della pubertà, durante i quali il comportamento emotivo non è controllato dal raziocinio.
Abbiamo allora capito che il cervello degli adolescenti cambia: aumenta la sostanza bianca, diminuisce quella grigia,
aumentano e si rinforzano le connessioni.
Questa è la famosa plasticità cerebrale. In Homo sapiens il passaggio dall'infanzia alla fase adulta richiede
molto tempo. Durante questo tempo il nostro cervello matura e questa lunga fase di apprendimento plastico ha dotato la nostra specie di un
cervello adulto capace di
dominare il pianeta, di pianificare la colonizzazione di Marte, di sviluppare le più varie e complesse forme di cultura. Ma tutto
questo ha un costo. Noi lo paghiamo con la vulnerabilità della fase adolescenziale. Nel periodo d'oro della plasticità
cerebrale, si manifesta il 50 % delle malattie mentali e il 75 % ha inizio entro i 24 anni.
Le malattie gravi e le morti sono da duecento a trecento volte più
frequenti negli adolescenti che nei bambini. Questi dati da soli dimostrano che si tratta di un periodo delicato per il nostro cervello.
A livello mondiale, la prima causa di morte tra gli adolescenti è
rappresentata dagli incidenti stradali, HIV/AIDS e suicidi sono la seconda e la terza causa (rapporto OMS del 2014). Basta poco per capire che
queste morti hanno a che fare con la mancanza di autocontrollo degli adolescenti.
Ora che gli adulti riescono a vedere in diretta lo scompiglio del cervello adolescenziale, cosa possono fare per aiutarli a superare
questa fase della vita così sconvolgente? La risposta più semplice è:
saperli guidare. Gli adulti devono essere consapevoli di avere a che fare con ragazzi le cui funzioni esecutive prefrontali
sono ancora in costruzione; devono, allora, saper dialogare con loro, incoraggiare le loro passioni, essere comprensivi, ma soprattutto
fornire loro dei buoni modelli da seguire. Perché se c'è una cosa in cui gli adolescenti sono dei campioni indiscussi
è quella di seguire le mode... E allora, cari adulti (per una volta mi rivolgo ai miei coetanei!), siete sicuri che il nostro
mondo stia fornendo i modelli giusti per i nostri ragazzi? E ora una domanda per voi quattordicenni, cosa pensate degli adulti? Me lo dite
in classe...
Manuela Casasoli (manuela_casasoli@yahoo.it)