I benefici dell'esercizio muscolare |
Cari ragazzi conoscete la massima "Mens sana in corpore sano"? Se il nostro organismo funziona bene, anche la nostra
mente risulterà sana! Che scoperta, dirà qualcuno. Per i pargoli della 2aD riassumo un articolo
che ci permette di scoprire il significato scientifico di questa frase.
La componente più abbondante del nostro organismo è il tessuto muscolare. Quello scheletrico,
cioè il muscolo volontario, rappresenta la percentuale maggiore. Potremmo pensare che il muscolo scheletrico, in quanto
volontario, sia un
mero esecutore degli ordini che gli arrivano dal cervello attraverso i motoneuroni corticali. Non è proprio così.
Infatti, le cellule del muscolo scheletrico producono e secernono sostanze note come miochine. Si tratta di
sostanze simili ad ormoni che trasmettono segnali regolativi non solo al muscolo, ma anche ad altri tessuti. La loro
produzione è direttamente collegata all'attività motoria. Maggiore esercizio fisico significa maggiore produzione
di miochine.
Una delle sostanze prodotte si chiama IGF1 (insulin-like growth factor). L'IGF1 aumenta con l'esercizio muscolare
e permette l'attivazione di una popolazione di cellule staminali, dette cellule satelliti. Queste cellule si trovano sulla
superficie delle fibre muscolari e, in conseguenza dell'attività muscolare, partecipano al rinnovamento e alla riparazione
delle fibre, aumentando la massa muscolare. La produzione di IGF1 diminuisce negli anni. Questa diminuzione contribuisce
all'invecchiamento muscolare.
I ricercatori hanno dimostrato che l'esercizio muscolare rappresenta, di conseguenza, un sistema di prevenzione
della regressione muscolare senile, cioè dell'invecchiamento delle fibre, perché aumenta la concentrazione di IGF1, che
tende naturalmente a decrescere nell'anziano.
La buona funzionalità del cervello dipende anche dall'attività muscolare. (http://www.mlearningcommunity.com/images/Brain-Fitness1.jpg) |
Non solo. L'esercizio fisico stimola nel muscolo il metabolismo energetico che avviene, come sapete, nei mitocondri.
Qui le reazioni di
ossidazione del glucosio permettono la formazione dell'ATP (adenosinatrifosfato), il combustibile di pronto
utilizzo per la cellula. L'esercizio fisico aumenta, quindi, la produzione di fibre muscolari di tipo lento,
ricche di mitocondri, più
resistenti di quelle di tipo veloce, adatte, invece, a sforzi intensi e rapidi, ma più affaticabili. Anche obesità,
diabete e infiammazione cronica diminuiscono sensibilmente nei soggetti che praticano regolarmente esercizi fisico, aumentando la
longevità. Tutti questi fenomeni sono regolati, ancora una volta, dalle miochine prodotte dal muscolo e rilasciate nel sangue.
La proteina irisina, il cui nome ricorda quello di Iris, messaggera degli dei, è un'altra di queste miochine.
L'irisina ha come bersaglio principale le cellule
adipose o adipociti. Nell'uomo esistono soprattutto adipociti bianchi, quelli che formano il tessuto adiposo,
che, se in eccesso, origina l'obesità. Gli adipociti bruni, quelli presenti negli animali che vanno in letargo e che
impediscono l'eccessivo abbassamento della temperatura corporea in inverno, sono rari nell'uomo.
Tuttavia, nell'uomo l'irisina può indurre la formazione di adipociti beige da quelli bianchi. Questi adipociti
beige sono simili funzionalmente a quelli bruni. Hanno molti mitocondri, ma l'energia liberata dall'ossidazione degli zuccheri non
viene tutta convertita in ATP, ma in parte dispersa in calore, distribuito poi a tutto il corpo. Riassumendo,
l'esercizio fisico produce
irisina che, a sua volta, stimola la produzione di speciali cellule adipose che consumano più calorie per produrre non solo
energia ma anche calore. Si producono così anche meno radicali liberi, che si formano durante la sintesi di ATP, e
l'organismo ne trae beneficio, perché invecchia più lentamente.
Il tessuto muscolare produce sostanze, dette miochine, con funzione ormonale. (http://jeb.biologists.org/content/214/2/337/F4.large.jpg) |
E non finisce quì. È noto che l'attività fisica fa bene anche al cervello. Perché? L'attività
fisica, praticata regolarmente, migliora la memoria e l'apprendimento, contrasta la neurodegenerazione e previene la depressione.
È stato dimostrato che il beneficio si estende anche all'organizzazione strutturale dei neuroni con aumento della rete di
dendriti e connessioni, soprattutto nella regione dell'ippocampo, dove sono localizzate molte funzioni cognitive e la
memoria. Infatti, l'esercizio fisico induce la produzione nell'ippocampo di BDNF (brain derived neurotrophic factor).
Come nel muscolo, si produce prima irisina, che induce il neurone a produrre BDNF, che a sua volta stimola il tessuto nervoso.
Dal punto di vista evolutivo, le migrazioni intercontinentali dei nostri antenati, che hanno portato Homo sapiens a popolare
tutto il globo, hanno fatto di noi una specie di camminatori instancabili. La capacità di resistenza fisica è stata,
probabilmente, una
caratteristica vincente della nostra specie. Negli ultimi secoli, però, l'uomo è diventato via via
più sedentario.
Molte patologie dell'invecchiamento derivano, in parte, dall'abbandono della nostra vita movimentata di qualche decina di migliaia di
anni fa. E allora, per prevenire e combattare demenza senile, diabete, arteriosclerosi, sarcopenia, è necessario non
dimenticarsi che siamo una specie di camminatori!!!
Manuela Casasoli (manuela_casasoli@yahoo.it)