Homo sapiens: tutta una serie di circostanze

Cari ragazzi siete pronti per leggere la storia della nostra evoluzione? Se si, leggete l'approfondimento ricordandovi che fino a pochi millenni fa esistevano almeno cinque specie umane contemporaneamente e che siamo il risultato di una contingenza storica. Infatti, in più di un'occasione nella nostra storia le cose sarebbero potute andare in maniera molto diversa. Scopriamo, allora, quello che è successo.
Homo sapiens appartiene ad una famiglia di primati, gli ominidi, comprendenti l'uomo, gli scimpanzè, i gorilla e gli oranghi asiatici, con i quali condividiamo un antenato comune vissuto fra 12 e 16 milioni di anni fa. Insieme agli scimpanzè, a causa della nostra vicinanza genetica (il 99 % del nostro DNA è uguale a quello di uno scimpanzè, leggi anche Cosa c'è scritto nel DNA del gorilla?), formiamo una sotto-sotto famiglia, chiamata recentemente tribù degli ominini. Abbiamo condiviso la nostra storia evolutiva con gli scimpanzè fino a 6 milioni di anni fa. Grazie alla sequenza e al confronto del DNA (leggi anche Leggendo il nostro DNA...) e a rivoluzionarie recenti scoperte di paleoantropologia (leggi anche DNA sulla scena della nostra evoluzione!), oggi possiamo capire molto dei nostri 200000 anni di storia, un'inezia rispetto alla storia della vita (3,75 miliardi di anni) o del nostro pianeta (4,5 miliardi di anni) o, meglio ancora, del nostro Universo (13,8 miliardi di anni)!
I primi rappresentanti del genere Homo fecero la loro comparsa in Africa circa 2,5 milioni di anni fa. Stiamo parlando di Homo abilis, le cui caratteristiche innovative furono: 1) raffreddamento corporeo efficiente, 2) abilità manuali, 3) gruppi socialmente complessi, 4) alimentazione mista e 5) capacità di coprire grandi distanze. Proprio la capacità di camminare e migrare ha condotto il genere Homo, ben presto, a diventare un genere cosmopolita.

Le relazioni evolutive tra ominidi. L'evoluzione della nostra specie è stata raccontata magistralmente
da una mostra che in questi anni è stata ospitata da varie città italiane.
Luigi Luca Cavalli Sforza e Telmo Pievani, i curatori della mostra, hanno pubblicato per Codice Edizioni
un prezioso volume sulla grande storia della diversità umana.
(http://www.nature.com/scitable/content/ne0000/ne0000/ne0000/ne0000/96688710/1_2.jpg
http://www.codiceedizioni.it/files/2011/11/homosapiens1.jpg)

La prima diaspora dall'Africa avvenne circa 2 milioni di anni fa. E'Homo ergaster, antenato di Homo erectus, che, spinto, probabilmente, da un periodo di siccità africana, partì alla conquista di nuove terre. Tracce dei suoi insediamenti sono state trovate sia in Asia che in Europa. Non fu dunque Homo sapiens il primo ominino europeo! La seconda diaspora fu quella degli antenati dei Neanderthal, avvenuta 500-300 mila anni fa. Si tratta di Homo heidelbergensis, che presentava una notevole espansione cranica (1200 cc) e aveva addomesticato il fuoco. Ma ecco che ottomila generazioni fa (circa 200000 mila anni fa) fece la sua comparsa Homo sapiens nell'Africa subsahariana, in un periodo di inaridimento, in corrispondenza della penultima glaciazione quaternaria. Le sue caratteristiche peculiari erano 1) un'anatomia slanciata, 2) una capacità cranica di più di 1400 cc, 3) una migliore tecnica di lavorazione della pietra, 4) il prolungamento delle fasi di sviluppo dei "cuccioli". Le fasi di crescita duravano molto di più che in tutte le altre specie di Homo e questo portò ad una maggiore espansione e riorganizzazione del cervello, una migliore capacità di apprendimento e di organizzazione sociale, nonché ad un ulteriore sviluppo del linguaggio. La terza diaspora dall'Africa ebbe, quindi, come protagonista proprio Homo sapiens e avvenne, probabilmente, a più ondate successive, 120-100 mila anni fa, poi ancora 85-70 mila anni fa e poi 60-50 mila anni fa. Era tutto già abbastanza complicato, ma, nel 2008, il DNA estratto da 30 milligrammi di polvere di osso di un dito mignolo, ritrovato nella grotta di Denisova, nel sud della Siberia, ha aggiunto alla lista una quarta diaspora dall'Africa. In un'epoca intermedia fra la prima diaspora e la migrazione degli antenati di Neanderthal, una nuova specie di ominini, ora chiamati Denisoviani, lasciò l'Africa.

Il DNA antico ci ha svelato molti segreti sull'evoluzione umana.
Homo sapiens ha convissuto con altre specie di ominini e si è incrociato sia con i Neanderthal che con i Denisoviani.
(http://www.nature.com/news/2011/110809/full/476136a/box/1.html)

Gli studi sui DNA antichi di Neanderthal, Denisoviani e Homo sapiens hanno messo in evidenza che le tre specie di Homo condividevano lo stesso fazzoletto di Terra e si incrociarono tra di loro, pur rimanendo i discendenti di tre gruppi genetici africani decisamente distinti. Ma se allarghiamo lo sguardo a tutta l'Eurasia di circa 40000 anni fa, ben cinque diverse specie di Homo convivevano contemporaneamente. I dati genetici, archeologici e paleoantropologici ci raccontano quindi la storia di un'evoluzione umana molto diversa da quella della logora metafora progressionista dell'anello mancante, come dice Telmo Pievani. L'evoluzione è, dunque, fatta di antenati comuni, di discendenti cugini, di popolazioni con storie di adattamento a condizioni ecologiche locali, di ramoscelli estinti, di convivenze parallele, nulla a che vedere con una sequenza lineare di stadi progressivi. Probabilmente, tendiamo a vedere l'evoluzione in maniera lineare perché siamo rimasti gli unici rappresentanti del genere Homo o perché, alcuni di noi, restano irrimediabilmente antropocentrici. Fu probabilmente lo sviluppo del linguaggio a favorire la nostra specie rispetto agli altri ominini, che invece si estinsero. Ciò che è importante ricordare è che tutta la nostra storia è la somma di una serie di fatti contingenti. Vediamo di fare due esempi. Durante l'esplosione di forme di vita del Cambriano (circa 500 milioni di anni fa), un piccolo cordato prevertebrato, Pikaia gracilens, sopravvisse alle successive estinzioni di massa. Se fosse andata diversamente, i vertebrati non si sarebbero evoluti e magari avremmo visto prosperare "anellidi intelligenti"!!! Più recentemente. Se 65 milioni di anni fa non fosse caduto quell'asteroide e i dinosauri non si fossero estinti, forse quel toporagno non avrebbe avuto tutto il successo che lo ha portato ad essere il progenitore di tutti i mammiferi e noi non staremmo qui ad interrogarci sulle nostre origini. Magari al posto nostro ci sarebbe un rettile!!!
Per concludere con la bella e significativa frase che Telmo Pievani ha scelto come sottotitolo del suo libro, possiamo affermare, oltre ogni ragionevole dubbio, che l'evoluzione non ci aveva previsto.

Referenze

Cavalli Sforza L.L., Pievani T. (2011) Homo sapiens. La grande storia della diversità umana. Codice Edizioni.

Un video sulla mostra: Homo sapiens, la grande storia della diversità umana.

Telmo Pievani (2011) La vita inaspettata. Il fascino di un'evoluzione che non ci aveva previsto. Raffaello Cortina Editore.

Krause et al. (2010) The complete mitochondrial DNA genome of an unknown hominin from southern Siberia. Nature, 464: 894-897.

Manuela Casasoli (manuela_casasoli@yahoo.it)