Tra 1012 anni...

Cari ragazzi stavo cercando materiale per un approfondimento sui gamma ray burst, cioè lampi gamma, da dedicare a Samuele Giunti della classe 3a C, quando, rileggendo un articolo su Le Scienze di maggio 2012, ho trovato ciò che serve per soddisfare la curiosità di Samuele e di tutti gli alunni che mi chiedono di un futuro lontano...
Il 21 marzo 2013 la missione Planck ci ha regalato le migliori immagini mai "osservate" del nostro Universo, datando la sua nascita a 13,8 miliardi di anni fa. Le conoscenze sul passato del nostro Universo si stanno ampliando e questo permette agli scienziati di fare simulazioni e previsioni su quello che sarà il futuro. Sappiamo che tra circa 5 miliardi di anni il Sole si espanderà formando una gigante rossa, che inghiottirà i pianeti interni, tra cui la Terra. Sappiamo che le galassie si stanno allontanando e l'espansione dell'Universo condurrà prima o poi ad un buio cielo notturno, l'oscurità stellare. Ma gli scienziati ci dicono che in futuro, nel nostro Universo, le probabilità di sviluppo della vita aumenteranno! Vediamo, allora, che cosa accadrà.
Abbiamo studiato l'evoluzione delle stelle e sappiamo che il loro destino dipende dalla loro massa iniziale. Una stella molto grande originerà un buco nero, una stella piccola una nana bianca. Cerchiamo ora di approfondire questi concetti. Le stelle si formano all'interno delle nebulose per effetto della gravità. La quantità di materia presente in una nebulosa è stimata tra centinaia di migliaia e parecchi milioni di masse solari. Nonostante ciò, la quantità di materia per la formazione delle stelle è destinata ad esaurirsi. Infatti oggi nella Via Lattea il tasso di formazione stellare è di una massa solare all'anno, ma 8-10 miliardi di anni fa era di dieci volte maggiore. L'esplosione di stelle, alla fine della loro vita, rigenera materiale disponibile per la nascita di nuovi astri, ma le stelle che si formano adesso sono diverse da quelle che si sono formate poco dopo, si fa per dire (!!!), il Big Bang. Infatti, mentre le stelle dell'Universo iniziale sono stelle composte da elementi leggeri, idrogeno e elio prevalentemente, quelle che si formano adesso o si formeranno in futuro contengono percentuali sempre più elevate di elementi pesanti. Perché? Perché all'interno delle stelle la fusione nucleare alimenta la formazione di elementi pesanti da ormai più di 13 miliardi di anni e questi elementi si liberano negli ammassi di polvere interstellare ad ogni esplosione di supernova o durante l'invecchiamento delle giganti rosse. Le "nuove" nebulose contengono quindi polveri più ricche che in passato di elementi pesanti.

Il destino delle stelle in funzione della loro massa iniziale.
(http://www.nature.com/scientificamerican/journal/v306/n3/box/scientificamerican0312-32_BX2.html)

Gli elementi pesanti tendono, da una parte, ad allungare la vita delle stelle, rendendole più opache. Infatti mentre idrogeno e elio sono trasparenti alle radiazioni emesse dalla fusione, gli elementi pesanti catturano parte di questa radiazione. Per questo motivo, stelle contenenti più elementi pesanti risulteranno meno luminose e il consumo del combustibile nucleare sarà più lento. Dall'altra, gli stessi elementi pesanti, non partecipando direttamente alla fusione nucleare, riducono la quantità disponibile di combustibile nucleare, in questo modo accorciando la vita delle stelle. Gli scienziati ci dicono che per i prossimi 1000 miliardi di anni il primo effetto dominerà sul secondo e le stelle saranno più opache e più longeve. L'aumento di elementi pesanti faciliterà anche la formazione di pianeti. Si pensa che due terzi dei pianeti del futuro devono ancora nascere. Ciò che risulta ancora più intrigante è che gli scienziati affermano che non solo avremo più pianeti in futuro, ma che questi saranno più ricchi di risorse per la vita. Le stelle meno luminose manterranno le condizioni ideali per la formazione di liquidi nei pianeti vicini e la loro longevità garantirà tempi più che adeguati all'evoluzione di numerose forme di vita.
Previsioni così lontane nel futuro impongono una riflessione. Se calcoliamo la probabilità che le orbite di Mercurio e Venere si intersechino portando ad una collisione dei due pianeti otteniamo un valore dell' 1 % su un arco temporale di 5 miliardi di anni. E' chiaro che tale probabilità è zero se l'arco temporale è di 5 anni. Quindi se l'arco temporale è molto lungo, il "quasi mai", può diventare "a volte" oppure "quasi sempre". Per esempio tra qualche miliardo di anni gli abitanti della Via Lattea, la nostra galassia, dovranno fronteggiare gli immensi sconvolgimenti derivanti dalla collisione con la vicina galassia di Andromeda. L'evento ridisegnerà i campi gravitazionali delle due galassie, portando ad una ristrutturazione di tutti i sistemi stellari e planetari in esse contenuti. Ci sarà un periodo di "starburst", cioè un violento processo di formazione stellare seguito dalla stabilizzazione di una galassia ellittica molto meno attiva in quanto a formazione di astri. Sembra molto probabile che il futuro del nostro Universo sarà costellato di eventi "nuovi" e "vecchi", quello che è certo, invece, è che l'esistenza del pianeta Terra sarà una frazione minima del tempo cosmico.

Dal sito della NASA, la collisione tra la Via Lattea e Andromeda
(http://www.nasa.gov/images/content/654242main_p1220b3k.jpg)

La vita di una stella può avere una durata molto variabile e, come abbiamo studiato, tutto dipende dalla sua massa iniziale. Le stelle massicce, che saranno sempre più rare nel futuro Universo, bruciano velocemente il proprio combustibile e possono esplodere anche dopo pochi milioni di anni dalla loro nascita. Quelle di massa intermedia, come il Sole, sopravvivono per una decina di miliardi di anni e quelle di massa molto più piccola del Sole possono continuare a splendere per centinaia di miliardi di anni. E queste ultime saranno le stelle più abbondanti nel futuro lontano. Le stelle come il Sole disperderanno gli strati esterni nello spazio interstellare nella fase di gigante rossa, mentre il nucleo si trasformerà in una nana bianca, un cadavere stellare fatto di nuclei di carbonio e elettroni delle dimensioni della Terra. Le stelle con una massa minore della metà di quella del Sole non diventeranno giganti rosse e si trasformeranno in nane bianche fatte di elio. E pensate che al momento non esistono queste nane bianche perché sono passati pochi miliardi di anni dal Big Bang e non c'è stato ancora tempo per la loro formazione!!! Infine le stelle massicce esploderanno come supernove originando o stelle a neutorni o buchi neri. I famosi lampi di raggi gamma, che sono fotoni ad alta energia, sono generati proprio da stelle a neutroni e buchi neri. Gli scienziati li suddividono in lunghi, se l'emissione di radiazione dura per due secondi o più, oppure in brevi quando l'emissione dura meno di due secondi. I primi sono generati dal nucleo di stelle massicce che collassano per formare stelle a neutroni e con il passare del tempo questi saranno sempre più rari, mentre i secondi sono originati dalla fusione di due stelle a neutroni, o dalla formazione di buchi neri e dalla loro immensa attività gravitazionale e questi continueranno ad essere visibili per migliaia di miliardi di anni...
Insomma, tra 1012 anni, ci saranno buchi neri, stelle a neutroni, nane bianche, stelle rosse deboli, tanti pianeti, lampi gamma brevi, qualche occasionale esplosione e tanto buio. Così i futuri occhi di nuove forme di vita dovranno abituarsi a guardare il buio cosmico.
"Were all stars to disappear or die,
I should learn to look at an empty sky
And feel its total dark sublime,
Though this might take me a little time
",
Wystan Hugh Auden, 1957.
"Se tutte le stelle svanissero o morissero
imparerei a guardare il cielo vuoto
e a trovare sublime la sua totale oscurità
anche se ci vorrà un po' di tempo
".

Referenze
Donald Goldsmith (2012) Il futuro remoto delle stelle. Le Scienze, 525: 42-49.

Manuela Casasoli (manuela_casasoli@yahoo.it)