In viaggio nell'Universo

Grazie ad uno dei più grandi scienziati viventi, Stephen Hawking, e a sua figlia Lucy è nato un affascinante romanzo per ragazzi che consiglio vivamente quale portale d'ingresso verso un viaggio appassionante nell'Universo!
Qui vi riporto la lettura fatta in classe tratta dal libro.


Adesso partiremo per un viaggio nell'Universo.
Prima di partire, però, dobbiamo capire che cosa si intende per "viaggio" e per "Universo". La parola "Universo" indica letteralmente tutto ciò che esiste. La storia dell'Astronomia potrebbe essere vista come una serie di passi, ognuno dei quali ha fatto diventare l'Universo più grande, cambiando così quello che intendiamo con "tutto".
Oggigiorno, la maggior parte dei cosmologi accetta la teoria del Big Bang, secondo la quale l'Universo è iniziato in uno stato di enorme compressione più o meno 14 miliardi di anni fa. Perciò il punto più lontano che riusciamo a vedere equivale alla distanza percorsa dalla luce dal Big Bang. Questo definisce le dimensioni dell'universo osservabile.
Ma che cosa intendiamo quando parliamo di "viaggio"? Per cominciare bisogna distinguere fra scrutare l'Universo e viaggiare nell'Universo. Scrutare è quello che fanno gli astronomi e, come vedremo, in un certo senso implica guardare indietro nel tempo. Viaggiare è quello che fanno gli astronauti e significa muoversi nello spazio. Ma implica anche un viaggio d'altro tipo. Mentre ci muoviamo dalla Terra verso i confini dell'Universo osservabile, infatti, ripercorriamo anche la storia del pensiero umano circa le dimensioni dell'Universo. Ora affronteremo questi tre tipi di viaggo.

Il viaggio nel tempo

Le informazioni ricevute dagli astronomi sono fornite da onde elettromagnetiche che viaggiano alla velocità della luce (circa 300.000 km al secondo) che, per quanto veloce possa sembrare, resta comunque una misura limitata. Spesso gli astronomi misurano le distanze basandosi sul tempo impiegato dalla luce a percorrerle. Per esempio: la luce del Sole impiega diversi minuti per arrivare fino a noi, ma impiega anni per raggiungerci dalla stella più vicina, milioni di anni dalla galassia più vicina (Andromeda) e molti miliardi di anni dalle galassie più lontane.
Questo significa che più scrutiamo lontano nello spazio, più guardiamo lontano nel passato. Per esempio, se osserviamo una galassia distante 10 milioni di anni-luce, in realtà la vediamo com'era 10 milioni di anni fa. In questo senso, un viaggio nell'Universo non è solo un viaggio attraverso lo spazio, ma anche attraverso il tempo.
Le nostre osservazioni non possono spingersi indietro fino al Big Bang. Ai suoi inizi, l'Universo era così caldo da formare una nebbia impenetrabile di particelle. A mano a mano che si espandeva, l'Universo si raffreddò e la nebbia si diradò più o meno 400.000 anni dopo il Big Bang. Possiamo comunque usare le nostre teorie per fare congetture su come fosse l'Universo prima di allora. Più andiamo indietro nel tempo, più densità e temperatura aumentano, quindi le nostre congetture si basano sulle teorie di fisica delle alte energie, ma bastano a fornirci un'idea piuttosto completa della storia dell'Universo.
Ci si potrebbe aspettare che il nostro viaggio nel passato termini con il Big Bang, ma ora gli scienziati cercano di comprendere le fisica della creazione stessa. Perché qualunque meccanismo abbia prodotto il nostro Universo, potrebbe in teoria generarne altri. Secondo alcuni, per esempio, l'Universo attraversa cicli di espansione e contrazione dandoci universi che si susseguono in fila nel tempo. Secondo altri, il nostro Universo è solo una di molte "bolle" sparpagliate nello spazio. Entrambe queste congetture sono varianti della cosiddetta ipotesi "multiverso".

Il viaggio nello spazio

Viaggiare fisicamente nell'Universo risulta complicato soprattutto a causa del tempo che richiede. La teoria della Relatività Speciale, o Ristretta, di Einstein (1905) suggerisce che nessuna astronave possa superare la velocità della luce. Questo significa che ci vorrebbero come minimo 100.000 anni per attraversare la nostra galassia e 10 miliardi di anni per attraversare l'Universo. O almeno così sembrerebbe a chi resta sulla Terra. La relatività Speciale però afferma anche che il tempo scorre più lentamente per osservatori in movimento, perciò agli astronauti il viaggio sembrerebbe molto più veloce. In effetti, se qualcuno potesse viaggiare alla velocità della luce, avrebbe l'impressione che il tempo non fosse passato affatto!
Nessuna astronave può viaggiare alla velocità della luce, però potrebbe accelerare gradualmente per avvicinarsi a questa velocità massima. In tal caso, il tempo trascorso a bordo sarebbe molto più breve di quello trascorso sulla Terra. Per esempio, se un'astronave riuscisse a raggiungere l'accelerazione con cui i corpi cadono a causa della forza di gravità terrestre, un viaggio attraverso la galassia sembrerebbe durare solo 30 anni. Gli astronauti quindi potrebbero tornare sulla Terra, anche se i loro amici sarebbero morti molto tempo prima. E se un'astronave continuasse ad accelerare oltre la galassia per un secolo, potrebbe, in teoria, raggiungere i confini dell'Universo attualmente osservabile!
La Teoria Generale della Relatività di Einstein (1915) lascia intuire possiblità perfino più affascinanti. Un giorno gli astronauti potrebbero usare tunnel spazio-temporali (wormholes) o propulsione a curvatura (spacewarp) - proprio come in Star Trek e in altri popolari telefilm e film di fantascienza - per compiere questi viaggi ancora più velocemente e tornare a casa in tempo per rivedere gli amici. Ma qui ci troviamo nel campo delle ipotesi.

Il viaggio nella storia del pensiero

Gli antichi Greci erano convinti che la Terra fosse al centro dell'Universo e che i pianeti, Sole e stelle fossero relativamente vicini. Quest'ipotesi geocentrica (Terra = geos) fu demolita nel sedicesimo secolo, quando Copernico dimostrò che la Terra e gli altri pianeti si muovono attorno al Sole (helios). La teoria eliocentrica, però, non ebbe lunga vita. Alcuni decenni dopo, Galileo usò il suo nuovo telescopio per dimostrare che la Via Lattea - fino ad allora conosciuta solo come una striscia di luce nel cielo - era composta da innumerevoli stelle simili al Sole. Questa scoperta non solo diminuì l'importanza del Sole, ma aumentò di molto le dimensioni dell'Universo conosciuto.
Nel diciottesimo secolo era ormai comunemente accettato che la Via Lattea fosse un disco di stelle (la galassia) tenuto insieme dalla forza di gravità, ma la maggior parte degli astronomi riteneva che la Via Lattea fosse l'intero Universo. Quest'idea galassiocentrica sopravvisse fino al 1924, quando Edwin Hubble misurò la distanza che ci separa dalla galassia a noi più vicina (Andromeda), provando così che doveva trovarsi molto al di là della Via Lattea. Le dimensioni dell'Universo quindi cambiarono ancora una volta!
Nel giro di pochi anni, Hubble ottenne dati rilevanti su svariate decine di galassie relativamente vicine, dimostrando che tutte si allontanavano dalla Terra con una velocità proporzionale alla loro distanza da noi. Il modo più semplice per comprendere questo fenomeno è visualizzare lo spazio come un palloncino sempre più gonfio, sul quale sono disegnate le galassie. Adesso sappiamo che questa espansione, nota come Legge di Hubble, si applica a distanze di decine di miliardi di anni-luce e a una regione dello spazio contenente centinaia di miliardi di galassie. Ed ecco, ancora una volta, che le dimensioni dell'Universo sono cambiate!
Secondo l'ipotesi cosmocentrica, questo è l'ultimo cambiamento nelle dimensioni dell'Universo. L'espansione cosmica infatti implica che, più si va indietro nel tempo, più le galassie si avvicinano per fondersi infine una nell'altra. Fino a quel momento, la densità continuerà ad aumentare - indietro fino al Big Bang, quasi 14 miliardi di anni fa - e ci è impossibile vedere al di là della distanza percorsa dalla luce a partire da allora. Di recente, però, c'è stata un'interessante scoperta basata sull'osservazione. Anche se in teoria l'espansione dell'Universo dovrebbe rallentare a causa della forza di gravità, le ultime osservazioni suggeriscono che stia in realtà accelerando. Le teorie sviluppate per spiegare questo fenomeno suggeriscono che l'Universo faccia parte di una "bolla" molto più vasta. Una bolla che potrebbe a sua volta essere una di molte bolle, proprio come nell'ipotesi del multiverso!

E poi?

Dunque la conclusione di tutti e tre i viaggi - attraverso il tempo, lo spazio e la storia del pensiero umano - è la stessa: esistono universi impossibili da osservare, universi che possono solo essere intravisti attraverso teorie e visitati soltanto con la mente!
Chissà che cosa scopriranno gli astronomi del futuro...

Bernard Carr, professore di Matematica e Astronomia, Scuola di Scienze Matematiche, Queen Mary, Università di Londra, Gran Bretagna

Referenze
Lucy and Stephen Hawking (2009) Caccia al tesoro nell'universo. Mondadori


Il miglior riassunto

Solo cinque alunni su 52 non hanno svolto il riassunto...questo è un ottimo risultato...è vero che vi avevo minacciati...comunque la maggior parte di voi ha trovato la lettura affascinante. L'obiettivo che mi ero posta era di interessarvi allo studio dell'Universo e penso che nessuno meglio di Stephen Hawking poteva aiutarmi nell'intento.
Prima di farvi leggere il miglior riassunto vi riporto alcune frasi riprese dai vostri scritti che mi hanno particolarmente colpita.

Ion Moraru, della classe 3a B, ha scritto "L'Universo è tutto quello che possiamo vedere e tutto quello che non possiamo vedere"...Ion hai ragione, tutti i più grandi cosmologi sono alle prese con quello che non possiamo ancora "vedere" dell'Universo. Si tratta di qualcosa di molto misterioso per il momento chiamato "energia oscura" e "materia oscura"...chissà chi "vedrà" per primo questa "oscurità"...magari qualcuno di voi tra qualche anno.

Uno degli aspetti che più vi ha colpiti è l'immensità dell'Universo e come non capirvi!
Davide Del Sole, della classe 3a H, ha scritto che "Per capire l'immensità dell'Universo dobbiamo compiere tre viaggi: nel tempo, nello spazio e nella storia dell'Universo"...e Francesca Annulli, sempre della classe 3a H, dopo aver percorso mentalmente i tre viaggi, risponde a Davide affermando che "Questa lettura sui tre tipi di viaggi nell'Universo serve solo per "aprire" la mente, per quanto possibile, per renderla pronta ad accogliere l'idea di un Universo infinito. "Ed infatti...", aggiunge Camilla Ianni, della classe 3a B, "...anche riguardo al Big Bang non possiamo dire che il nostro "viaggio" termina con quella teoria perché oggi ce ne sono altre secondo le quali l'Universo si contrae e si espande in cicli continui."

Elena Franceschini, della classe 3a B, si chiede "E chissà se un giorno potremmo attraversare l'Universo facendo solo un CLIC!...non lo so Elena, ma grazie a questo libro e alle meravigliose immagini dell'Universo (http://www.nasaimages.org/), possiamo iniziare a sognare.

Il miglior riassunto della lettura è stato scritto da Matteo Carbone della classe 3a B. Matteo ha, come me, una sconfinata passione per la scienza ed ero sicura che avrebbe trovato l'argomento interessante. Ecco il bel riassunto di Matteo:

"In questi giorni a scuola abbiamo letto con la professoressa Casasoli una piccola parte del romanzo scritto dalla scienziato astrofisico Stephen Hawking e da sua figlia Lucy intitolato "Caccia al tesoro nell'Universo". Hawking ha occupato per 30 anni fino al 2009 la cattedra lucasiana di Cambridge che fu di Isaac Newton ed è uno tra i cosmologi più autorevoli e conosciuti al mondo. E' celebre per la sua teoria sull'origine dei buchi neri.
Questo stralcio mi ha particolarmente interessato e penso che a breve acquisterò questo libro. La lettura descrive un viaggio nell'Universo che viene suddiviso a sua volta in tre viaggi: attraverso il tempo, lo spazio e la storia del pensiero umano.
Bisogna distinguere tra il viaggiare e l'osservare l'Universo. C'è un'enorme differenza perchè il viaggiare significa compiere uno spostamento nello spazio, mentre l'osservare significa scrutare ed interrogarsi sui misteri che nasconde l'Universo. Ed è proprio il mistero che ha spinto l'uomo a compiere questo grande passo nella conoscenza umana.
Universo significa "tutto ciò che esiste". Nel corso del tempo gli astronomi hanno scoperto gradualmente nuove informazioni che hanno reso l'Universo sempre più grande ed in continua espansione. In questa lettura sono rimasto colpito dal concetto secondo il quale la luce del Sole impiega alcuni minuti per arrivare sulla Terra, ma impiega alcuni miliardi di anni per giungere a noi dalla galassia più lontana. Poiché gli anni luce significano anche gli anni che la luce impiega per arrivare fino alla Terra, ciò significa che se osserviamo una galassia distante 10 milioni di anni luce in realtà noi la vediamo con la stessa luce emessa 10 milioni di anni fa. Quindi il viaggio nell'Universo è anche un viaggio attraverso il tempo.
Attualmente gli scienziati cercano di capire la fisica della creazione dell'Universo. Dal mensile "Le scienze" ho letto che oggi gli universi alternativi sono materia di studio pienamente accettata, anche perchè potrebbero esistere davvero. Secondo una teoria cosmologica un impulso di espansione ha creato il nostro Universo partendo da una piccola regione di vuoto primordiale. Questo vuoto potrebbe creare altri universi, ciascuno dotato di diverse leggi fisiche. Secondo un'altra teoria probabilmente il nostro Universo è molto più grande della regione che osserviamo, la cosiddetta "sfera di Hubble". Se la sua grandezza è infinita, allora devono esistere infinite sfere di Hubble. Alcune sfere potrebbero essere identiche alla nostra, con un'altra versione di "noi stessi" che legge questo riassunto...
Anche il viaggiare fisicamente nell'Universo ha degli aspetti molto affascinanti. Per esempio, a bordo di un'astronave alla velocità della luce avremmo l'impressione che il tempo si fermi! Infatti se riuscissimo a partire con navicelle spaziali a velocità relativistiche il tempo sulla navicella sarebbe più breve di quello trascorso sulla Terra.
Negli anni futuri gli scienziati approfondiranno di certo il modo in cui nascono gli universi. Forse non si troverà mai una prova certa dell'esistenza di altri universi, ma di sicuro sarà impossibile visitarli. Certamente sono necessarie nuove scoperte scientifiche per capire dov'è il nostro posto nel Multiuniverso.

Matteo Carbone

Manuela Casasoli (manuela_casasoli@yahoo.it)