L'enigma delle origini dell'AIDS

Parlando in classe di HIV (Human Immunodeficiency Virus), il virus che provoca l'AIDS (Acquired Immune Deficiency Syndrome), ecco che arriva la domanda che molti prima di voi si sono fatti. Chiede Francesco Formica: "ma il primo uomo che si è ammalato di AIDS come è stato contagiato"?
Cari ragazzi ancora una volta la domanda è di quelle con difficile risposta! I primi casi di AIDS furono ufficialmente registrati nei primi anni '80 e da quel momento i morti per AIDS sono stati milioni e milioni (la stima attuale è di oltre 25 milioni, Wikipedia). Dopo i primi morti per AIDS, gli scienziati si accorsero che un virus molto simile provocava un'immunodeficienza in alcune scimmie e si capì immediatamente che i virus delle scimmie (SIV, Simian Immunodeficiency Virus) erano i precursori dell'HIV umano. Ma come hanno fatto i virus a passare dalle scimmie all'uomo e diventare patogeni?

Una mappa della diffusione dell'AIDS, aggiornata al 2005.
(http://www.hiv1tat-vaccines.info/images/unaids2005prev_map.jpg).

Non si hanno tracce di AIDS in Africa prima della metà del XX secolo, e, nonostante la tratta degli schiavi africani tra il XVI e il XIX secolo, la malattia era praticamente sconosciuta nel "nuovo mondo" prima della fine del XX secolo. Allora cosa è successo nel '900 che ha portato al passaggio di questo virus terribile dalle scimmie all'uomo e alla sua evoluzione in un virus patogeno per la specie umana?
Jim Moore ci racconta in un articolo del 2005 le quattro ipotesi più accreditate tra i vari ricercatori.
Una prima ipotesi è quella del vaccino contaminato. Tra il 1957 e il 1960 fu condotta una campagna di vaccinazione con un prodotto antipolio via orale nell'area che oggi corrisponde alla repubblica democratica del Congo, al Burundi e al Rwanda, gli stessi stati che sono il cuore dell'epidemia di AIDS. Il vaccino era ottenuto usando cellule renali di alcune scimmie. Secondo l'ipotesi di alcuni ricercatori, queste cellule potevano essere contaminate con il virus SIV che in questo modo poté passare all'uomo ed evolversi in HIV. Questa ipotesi, molto dibattuta, non è stata definitivamente né dimostrata né confutata.
La seconda ipotesi è quella del cacciatore ferito. La macellazione di scimmie di varie specie cacciate in Africa avviene in cattive condizioni igieniche. Non è difficile che i cacciatori si feriscano e vengano a contatto con il sangue infetto da SIV di una scimmia. Nel XX secolo in Africa l'urbanizzazione e il commercio regionale hanno notevolemente influito sulle abitudini di vita degli abitanti locali. In questo modo è probabile che il virus SIV sia passato nell'uomo più volte, ma solo con lo sviluppo urbano e il cambiamento delle abitudini sessuali, il virus si è ampiamente diffuso e ha trovato terreno fertile per la sua evoluzione.

Una siringa di plastica monouso.
(http://www.laezzasrl.it/public/prodotti/8003670426394.jpg).

La terza ipotesi è un perfezionamento di quella del "cacciatore ferito" ed è nota come l'ipotesi dell'ago infetto. Negli anni cinquanta furono introdotte le siringhe di plastica monouso. L'innovazione fece crollare il costo di produzione delle siringhe e queste si diffusero molto velocemente. In Africa vennero usate per la somministrazione di farmaci alle popolazioni locali. Nonostante il loro basso costo, nel continente africano venivano usate più volte prima di essere buttate e quindi la stessa siringa non sterilizzata veniva usata per la somministrazione di farmaci da un individuo ad un altro. Secondo alcuni scienziati, questa pratica avrebbe favorito enormemente la diffuzione di virus, compreso il SIV contratto da alcuni cacciatori, tra gli uomini, aprendo la strada all'evoluzione dell'HIV.
Infine la quarta ipotesi chiama in causa la sconsiderata politica del colonialismo. Tra la fine dell'800 e l'inizio del '900 la vita e la struttura sociale dei popoli africani furono sconvolte dalle potenze coloniali. La concentrazione di molti uomini in campi di lavoro forzato, le condizioini igieniche estremamente precarie, la necessità di somministrare farmaci via endovena contro vaiolo e dissenteria, la diffusione della prostituzione e la maggiore libertà nei costumi sessuali, furono, secondo molti ricercatori, alla base dell'instaurarsi delle condizioni ottimali per il diffondersi del virus SIV, della sua replicazione esponenziale e quindi della sua evoluzione in HIV.
L'autore conclude con un'analisi finale che ci porta a riflettere su molti errori commessi: "Dopo tutto, non c'è dubbio che gli aghi non sterili trasmettono le malattie, che un vaccino antipolio contaminato ha diffuso un virus delle scimmie (SV40) in milioni di persone, (evento dimostrato scientificamente e avvenuto negli anni '60), che talvolta i medici conducono ricerche rischiose, che il colonialismo ha avuto gravi conseguenze sulla salute delle popolazioni, e che il contatto con animali selvatici può introdurre organismi patogeni negli esseri umani (pensate alla recente epidemia di SARS).
Da tutte e quattro le ipotesi possiamo ricavare una chiara lezione generale: per qualche sconcertante ragione, l'origine dell'HIV non è stata naturale, visto che in migliaia di anni di esposizione gli esseri umani non avevano mai acquisito dalle scimmie il virus dell'immunodeficienza. La comparsa dell'HIV ha richiesto cambiamenti sociali di diversa natura: gli abusi di un potere straniero invasore; una brusca urbanizzazione che ha sopraffatto le autorità sanitarie e politiche; il trasferimento incontrollato di tecnologia medica e le mezze misure adottate nei programmi di sviluppo; i medici che distribuiscono medicinali senza adeguate precauzioni".
Si può imparare dagli errori e forse nel caso dell'HIV ci sono tanti errori diversi commessi...riflettete ragazzi, in classe ne discuteremo insieme.

Referenze
Jim Moore (2005) L'enigma delle origini dell'AIDS. Le Scienze 437: 52-60.

Manuela Casasoli (manuela_casasoli@yahoo.it)